I primi buoni alimentari consegnati alle donne "sole"

Giovedì 2 Aprile 2020 di Gabriele Pipia
I buoni spesa distribuiti dal Comune di Padova

PADOVA - Bianchi e rossi, come i colori della città, con due timbri del Comune di Padova e con una grande scritta per identificarli: “Buono alimentare, valore 20 euro”. Ieri mattina negli uffici di via del Carmine gli operatori dei servizi sociali hanno iniziato a stampare i 55 mila ticket che consentiranno di fare la spesa alle persone in difficoltà colpite dall’emergenza Coronavirus. I primi buoni sono stati consegnati dai volontari nel tardo pomeriggio ad un’anziana signora che vive sola, ad un nucleo composto da nonna, mamma e bimba e poi ad una donna con tre figli. Nel frattempo i volontari del call center continuavano a rispondere al telefono: 313 chiamate solo nella giornata di martedì e altre 188 ieri. Oltre cinquecento persone hanno chiesto informazioni sui tanto agognati buoni. «Abbiamo già iniziato la consegna e sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto, siamo stati velocissimi – sorride il sindaco Giordani dal proprio ufficio di Palazzo Moroni -, non credo che ci sia stato qualcuno più veloce di noi ma l’importante, in ogni caso, è essere concreti. La nostra attenzione è concentrata sui nuovi poveri».
IL VALORE
Messi uno accanto all’altro, quei buoni conservati in un caveau prima di arrivare in municipio valgono un milione e centomila euro. Una somma che fa parte dei 400 milioni stanziati dal governo e distribuiti ai vari Comuni italiani in base al numero di abitanti e alla differenza tra reddito pro-capite e reddito medio nazionale. I buoni, garantiti dal Comune, hanno un taglio unico di 20 euro e verranno consegnati fino ad esaurimento. L’amministrazione non esclude che il mese prossimo possa arrivare da Roma un’ulteriore tranche di contributi. Sono utilizzabili nei principali supermercati della città e in moltissimi negozi di quartiere: tra oggi e domani il Comune dovrebbe fornire l’elenco di tutti i commercianti e i marchi della grande distribuzione che hanno aderito all’iniziativa. I buoni sono utilizzabili per fare la spesa dei generi di prima necessità, esclusi gli alcolici. La priorità viene data a chi non gode di pensione, contributi comunali, reddito di cittadinanza o ammortizzatori sociali. Per ottenerli bisogna compilare un’autocertificazione in cui bisogna dare precise risposte sulla composizione del nucleo famigliare e sull’assenza di altri sussidi. Il Comune fa immediate verifiche con l’ufficio anagrafe e poi controlli postumi a campione per accertare le veridicità delle autocertificazioni. «Se dovessimo fare tutti i controlli prima di consegnare i buoni – sospirano a Palazzo Moroni – a maggio saremo ancora qui. Invece c’è urgenza».
L’amministrazione consegna un buono per ogni componente di un nucleo famigliare e non c’è un limite di volte in cui i ticket possono essere richiesti: tutto dipende dalle domande che arriveranno a Palazzo Moroni. «Verificata la composizione del nucleo familiare – spiega il Comune - i servizi sociali assegnano il numero di buoni ragionevolmente necessario a coprire il fabbisogno alimentare per 15 giorni per un valore di circa 100 euro a testa. Confidiamo sul buon senso e sulla responsabilità dei cittadini, ma per evitare che siano distratti fondi a chi ne ha realmente bisogno potranno essere fatti controlli sia durante che alla fine dell’emergenza». Il Comune sta lavorando con la Guardia di Finanza anche per evitare contraffazioni e truffe.
IL PROGETTO
In città è già attivo il progetto “Per Padova noi ci siamo”, promosso da Comune, Centro servizi volontariato e Diocesi: 800 volontari sono impegnati a girare casa per casa dando sostegno a chi ha bisogno. Ieri è scattata la seconda fase degli aiuti. «Abbiamo snellito tutta la burocrazia possibile per partire subito – prosegue il sindaco, che ha seguito ogni dettaglio con l’assessore al Sociale Marta Nalin – e ora contiamo molto sulla serietà delle persone. Domenica il presidente del consiglio Conte ha annunciato questa misura e noi tre giorni dopo siamo già operativi. Se ce l’abbiamo fatta devo dire grazie ai volontari, alla Curia e ai nostri servizi sociali. La possibilità di fare la spesa è un bisogno fondamentale che va garantito a tutti». I cittadini possono chiamare il numero 049-2323009 oppure mandare una mail a chiamacipure@comune.padova.it. Al centralino telefonano anche molti altri cittadini con diverse esigenze: da chi avrebbe bisogno di un farmaco a chi non riesce ad uscire di casa per fare la spesa. Dal 13 marzo ad oggi sono arrivate 1.533 chiamate.
 
Ultimo aggiornamento: 11:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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