Coronavirus, il prof. Crisanti: «A Vo' c'erano 63 contagiati già a gennaio»

Domenica 14 Giugno 2020 di Maria Elena Pattaro
Coronavirus, il prof. Crisanti: «A Vo' c'erano 63 contagiati già a gennaio»
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Vo' si conferma ancora una volta una miniera di informazioni sul coronavirus. Stavolta in ballo c'è la ricostruzione dell'esatta catena di contagio per capire come il virus sia penetrato non soltanto in questo piccolo centro collinare della provincia di Padova ma anche nell'intera penisola. Vo' infatti è stata la prima zona rossa insieme al comune lombardo di Codogno. L'allarme era scattato il 21 febbraio con i primi due casi di contagio e la prima vittima italiana, morta la sera stessa. Quasi quattro mesi dopo, l'ultimo studio condotto dal professor Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova, ha permesso di individuare i primi contagiati, quelle 63 persone che il virus lo avevano già contratto e anche già superato prima che Vo' diventasse zona rossa. Salirebbe così a 150 il numero dei contagi totali visto che lo screening di massa condotto a fine febbraio aveva restituito soltanto 87 casi. I decessi invece si erano fermati a quota tre nel paese che oggi può dire di aver sconfitto il virus.

LA SORPRESA
A spiegare i contagi finora passati sottotraccia è lo stesso Crisanti, in un videomessaggio registrato venerdì dalla sala consiliare del Comune, quando il virologo ha fatto visita al paese collinare per la presentazione del progetto di rilancio dei vini del territorio a sostegno della ricerca sul Covid-19. L'ultimo studio condotto, i cui risultati saranno pubblicati sulla rivista Nature, prevedeva un terzo giro di tamponi e il prelievo del sangue. Su 3.300 abitanti avevano aderito in 2.738, bambini compresi. Ed è proprio a uno di loro che la rivista probabilmente dedicherà la copertina. «Non c'è nessuna persona infetta e questo ci rallegra moltissimo ha esordito Crisanti . Possiamo sicuramente affermare che a Vo' da inizio marzo (quando era stato fatto il secondo screening, ndr) non c'è stato nessun episodio di trasmissione». Un risultato atteso, alla luce delle misure adottate e cioè le due settimane di lockdown e la quarantena anche per gli asintomatici. La sorpresa è arrivata invece dai test sierologici, che rivelano la presenza di anticorpi nel sangue. Ben 63 persone risultate negative ai tamponi hanno sviluppato le difese al Covid-19. «Questo significa che si sono infettate in ondate successive prima del 21 febbraio prosegue Crisanti . Praticamente dalla terza o quarta settimana di gennaio e sono guarite. Le informazioni che queste persone ci possono dare sono estremamente preziose perché ci permettono di ricostruire nel dettaglio tutta la catena di contagio».
LE INDAGINI
Quando è entrata a Vo' la prima persona infetta? Ci sono stati contatti qualcuno rientrato dalla Cina? Sono le domande a cui l'équipe del virologo cercherà di rispondere. «Abbiamo organizzato una serie di incontri. Gli interessati avranno già ricevuto una telefonata dai miei collaboratori» spiega Crisanti rivolgendosi proprio a queste 63 persone, con l'intento innanzitutto di rassicurarle. Con test sierologico positivo e tampone negativo non hanno nulla di cui preoccuparsi: significa che hanno contratto il virus ma sono guariti. Quello che possono fare, però, è rispondere alle domande degli scienziati per ricostruire la catena del contagio. Da qui l'appello di Crisanti a collaborare il più possibile, come peraltro i vadensi hanno già fatto in questi mesi, sottoponendosi a tre campionamenti, di cui due a scopo scientifico. «Cercate di ricordare che cosa avete fatto dalla metà di gennaio in poi, chi avete incontrato, dove siete stati. Queste informazioni potrebbero avere una grande importanza» ha concluso Crisanti, ringraziando ancora una volta i cittadini che hanno dimostrato un forte senso civico. E che potranno trarre un beneficio immediato da questo terzo studio: chi lo desidera infatti potrà ricevere, nel pieno rispetto della privacy, l'analisi del proprio profilo genetico. Così da sapere se nel proprio Dna ci sono varianti genetiche che si associano o che predispongono a particolari patologie.
 

Ultimo aggiornamento: 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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