La protesta silenziosa della parrucchiera: fa la messa in piega alla cliente fantasma

Martedì 5 Maggio 2020 di Maria Elena Pattaro
Simona Boggian in azione sulla sua "cliente fantasma"
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MONTAGNANA - Phon in una mano e spazzola nell'altra. Ma lo specchio le restituisce una sola immagine, la sua, nel salone vuoto. Nessuna cliente seduta sulla poltrona in attesa della messa in piega. Ieri per Simona Boggian, 49enne di Montagnana titolare del salone Immagine Uomo-Donna, è stata una mattinata di apertura bianca. Insieme a lei una decina di altre parrucchiere ed estetiste della città murata ha organizzato una protesta silenziosa ma eloquente per dimostrare che loro sono pronte a ripartire, in piena sicurezza, ma dovranno attendere invece il 1. giugno, in base alle indicazioni contenute nell'ultimo Dpcm.

Simona, quali gesti di protesta avete scelto per manifestare il vostro dissenso nei confronti di un lockdown così prolungato? 
«Abbiamo aperto saloni e centri estetici a scopo dimostrativo. Abbiamo acceso tutte le luci in modo da essere ben visibili e ciascuna di noi si è messa a fare quello che farebbe di solito. Io ho fatto finta di avere davanti a me un cliente immaginario. Ho invitato i miei clienti, che magari erano in centro per fare qualche commissione, a passare davanti al negozio. Più di qualcuno mi ha salutato dalla vetrina. Anche il sindaco Loredana Borghesan ha fatto il giro delle attività in protesta, assicurando la sua vicinanza».

Quali sono le difficoltà economiche a cui deve far fronte?
«Non ci sono solo i mancati incassi, ma anche le spese legate alle tasse da versare e al mutuo da pagare. Sei mesi fa ho trasferito il mio salone in via Mazzini passando da un negozio di 35 metri quadri a uno spazio di 90: il sogno della mia vita. L'arredamento mi è costato 100mila euro: è stato un investimento molto importante ma ero fiduciosa. Gli affari andavano bene, tanto che ho assunto due nuovi dipendenti. Poi è scoppiata l'emergenza Coronavirus e chiudere così all'improvviso e così a lungo è stato deleterio».

Gli aiuti dello Stato sono soltanto una piccola goccia in un mare di spese?
«Lo Stato dice che ci scala dalle tasse il 60 per cento delle spese sostenute per l'affitto ma al momento è ancora tutto bloccato e i miei quattro dipendenti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione».

Lei, come le altre sue colleghe di Montagnana, si è già attrezzata per ripartire. In che modo?
«Nessuno ci ha detto esattamente come fare, ma intanto ci siamo attrezzati. Indosseremo tutti i dispositivi di protezione individuale. A ogni cliente verrà dato un kit monouso che comprende: kimono, mantellina, asciugamano, oltre alla mascherina se ne è sprovvisto. Forniremo anche il gel igienizzante per le mani. Ho investito inoltre in un macchinario a ozono che mi permetterà di sterilizzare tutti gli strumenti e con cui potrò sterilizzare anche l'arredamento. I clienti verranno solo su appuntamento e non ci saranno code».

L'attesa è una caratteristica dei negozi di parrucchiera.
«Sì il nostro è anche un luogo di incontro in cui si prende un caffè insieme e in cui i clienti scambiano due chiacchiere seduti sui divanetti, sfogliando le riviste.

Tutto questo non ci sarà più. Ma pur di ripartire va bene così». Continuerete con la protesta? «Decideremo in base ai segnali che arrivano dalle istituzioni. Io e le mie colleghe di Montagnana abbiamo girato un video, che sta facendo il giro dei social e siamo pronte a mobilitarci di nuovo. Non siamo mai state così coese e determinate».

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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