Effetto coronavirus, incubo recessione: «Economia contagiata, danni per 80 milioni»

Giovedì 27 Febbraio 2020 di Elisa Fais
Effetto coronavirus, incubo recessione: «Economia contagiata, danni per 80 milioni»

PADOVA L’impatto del Coronavirus sull’economia padovana potrebbe causare danni per oltre 80 milioni di euro. La stima è stata calcolata sulla base delle ultime dichiarazioni del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo il quale l’emergenza sanitaria potrebbe impattare sul Pil nazionale per più dello 0,2%, ovvero quasi 4 miliardi di euro. In Veneto la perdita sarebbe almeno di 400 milioni di euro. Per scongiurare questo scenario drammatico, i rappresentanti di tutte le categorie economiche hanno scritto al premier Giuseppe Conte per chiedere che le agevolazioni fiscali previste dal Governo per le aree rosse siano estese a tutta la regione del Veneto. La lettera, inviata anche ai ministri dello sviluppo economico e delle finanze, porta le firme dei responsabili di Camera di Commercio, Appe, Ascom, Assindustria Venetocentro, associazioni artigiane e dell’agricoltura. «Vi chiediamo di prevedere fondi straordinari per il sostegno al rilancio delle imprese di tutti i settori economici per dare un segnale concreto e immediato di fiducia a una comunità duramente colpita dalla vicenda del Coronavirus» si legge nella lettera.
ASSOCIAZIONI
Dalle associazioni di categoria anche la richiesta di stanziare fondi straordinari «per ristabilire la reputazione di questi territori, che meritano di essere tutelati e promossi perché dotati di un patrimonio straordinario». Tutti i rappresentanti, ieri presso la sala riunioni della Camera di Commercio, hanno espresso forti preoccupazioni per il futuro. «Si può parlare di una pandemia economica – ha detto il presidente della Camera di Commercio, Antonio Santocono -, abbiamo ricevuto il grido di allarme di esercizi commerciali nel mondo del food che chiudono, o che sono da giorni senza clienti, abbiamo un picco di disdette di prenotazioni da parte degli alberghi del nostro territorio, ci sono imprese che non riescono più a importare materie prime dall’estero, dalla Cina in particolare, e ci sono seri problemi di export». Secondo Santocono, la soluzione potrebbe arrivare dallo sblocco dei fondi della Finanziaria. «Dobbiamo investire grandi risorse a supporto delle imprese – specifica Santocono -, il contraccolpo si recupererà con difficoltà. Ricordo che abbiamo 70 milioni di turisti all’anno». Confartigianato chiede al Governo di nominare un ministro ad hoc per far fronte a questa crisi. «Identifichiamo una persona che rappresenti il nostro territorio – dice Roberto Boschetto – e che conosca quello che stiamo vivendo al Nord. La sofferenza è trasversale. Il virus ha attaccato le nostre aziende e le nostre famiglie, abbiamo bisogno di una figura che prenda in mano la situazione». Non usa mezzi termini nemmeno Patrizio Bertin, Ascom. «Prevenire è meglio che curare, ma noi non ci occupiamo di sanità – esordisce Bertin -, facciamo un altro lavoro. Nessuno si sarebbe mai aspettato un tracollo così veloce. Siamo ghettizzati dal mondo, son d’accordo nel prendere precauzioni sanitarie, ma non abbiamo un anti-virus per l’economia. Quando un’azienda è morta, è morta». Sottolinea l’importanza di salvaguardare il tessuto economico cittadino anche Leopoldo Destro, vicepresidente di Assindustria Venetocentro. «La salute viene prima di tutto, ma un secondo dopo bisogna guardare l’economia – dice Destro -. Non si può distruggere un sistema forte e trainante come quello del nostro territorio. Le misure di tutela e di sostegno devono esserci, anche per le aziende, in modo chiaro. Un pacchetto di misure straordinarie, come lo stanziamento di risorse per la cassa integrazione ordinaria e in deroga. Provvedimenti da estendere anche al di fuori delle zone rosse. Abbiamo bisogno di stare uniti». Al tavolo ieri si sono seduti anche il presidente della Cna Luca Montagnin, il presidente Cia Roberto Betto, il segretario Appe Filippo Segato e il vicepresidente Ascom Franco Pasqualetti. «Ora i pagamenti sono stati solo posticipati – afferma Massimo Bressan, Coldiretti – bisogna trovare formule per ridurre i tributi e alleggerire la burocrazia». E’ richiesta coesione. «Non possiamo vedere Regioni che litigano tra loro e con il governo centrale – chiude Carlo Valerio, Confapi –. Dall’estero siamo visti come un’unica entità. Serve una comunicazione univoca, le info tecniche sono arrivate dalle fonti più disparate, ciò a creato confusione».
 
Ultimo aggiornamento: 14:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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