Medici in prima linea: 36 tra dottori di famiglia, pediatri e guardie contagiati dal virus

Venerdì 3 Aprile 2020 di Luca Marin
medici
PADOVA - Tamponi di massa a medici di base, guardie mediche e pediatri. Sono scattati dieci giorni fa in tutti i distretti sanitari della provincia di Padova, hanno già riguardato quasi 700 dottori (il 95% del totale) e 19 di questi sono risultati positivi al Coronavirus. Si tratta di 13 medici di medicina generale, 2 pediatri e 4 guardie mediche. Il distretto più colpito, con sette casi, è quello di Padova Sud. Prima che iniziassero questi tamponi di massa erano risultati positivi 17 medici di base padovani, di cui tre ricoverati. Il numero totale, quindi, sale a 36.
«Per fortuna questi ultimi sono tutti senza sintomi spiega Domenico Crisarà, medico con un ambulatorio all'Arcella e segretario regionale del sindacato Fimmg - Da tempo chiedevamo di essere sottoposti a questi controlli visto che siamo stati fin da subito esposti in prima linea di fronte a questa epidemia, soprattutto prima che i nostri ambulatori venissero chiusi. I tamponi di massa per frenare il contagio tra noi e i nostri pazienti erano l'unica cosa possibile da fare. A Padova lo stiamo facendo e abbiamo quasi terminato, poi i test verranno ripetuti. In altre province, come Verona, questo non è successo».
E' una giovane guardia medica invece la padovana Mariateresa Gallea, medico sostituto a Vo' nei terribili giorni del paese blindato, segretaria provinciale dei medici di Continuità assistenziale della Fimmg. «Nonostante il numero di contatti diretti con i pazienti sia stato notevolmente ridotto attraverso l'accesso programmato osserva la dottoressa Gallea è importante che tutti i medici siano sottoposti periodicamente al tampone per evitare di contagiare i pazienti che continuiamo a visitare a domicilio o in ambulatorio per le urgenze della notte e del weekend».
CAMPOSAMPIERO
Una ventina di dipendenti contagiati da coronavirus in isolamento domiciliare, numerosi reparti chiusi alle visite dei parenti e la creazione di nuove aree differenziate per pazienti covid. La situazione all'ospedale di Camposampiero è in continua evoluzione ma la nuova organizzazione,  voluta dalla direzione generale dell'ulss 6 Euganea, imposta dall'emergenza sanitaria sembra tenere. 
Attualmente sono una ventina i dipendenti dell'ospedale di Camposampiero a casa in isolamento fiduciario. Nessuno presenta problematiche respiratorie particolari e, a quanto pare,  sono in buone condizioni di salute. La positività di alcuni operatori ha richiesto una riorganizzazione interni dei turni di lavoro che non ha avuto però alcuna ripercussione sull'assistenza.
«Fin dall'inizio di questa emergenza sanitaria le disposizioni di impedire l'accesso di ospiti esterni ai ricoverati per motivi precauzionali erano chiae - sostengono all'ulss patavina - ora in alcuni reparti come il pronto soccorso sono state individuate delle zone riservate per i pazienti dubbi, in attesa dell'esito dei tamponi. Anche per i pazienti emodializzati è stata riservata un'area ad hoc per i pazienti positivi, in modo che anche i contagiati da covid-19 possono continuare a fare  le  dialisi tre volte alla settimana come previsto».
In alcuni reparti del nosocomio cittadino intitolato a Pietro Cosma come lungodegenza, medicina, ortopedia e riabilitazione geriatrica  è stato interdetto l'accesso ai parenti per motivi squisitamente prudenziali. «Il rischio per gli operatori sanitari è proprio quello di far entrare il virus attraverso i familiari dei nostri pazienti spiegano all'ulss Euganea - L'indicazione generale è quella di limitare al massimo le visite. In alcuni reparti è tuttavia consentito, per un periodo massimo di un paio d'ore, la presenza di una sola persona accanto al degente. In tutti i reparti , comunque, non ci sono restrizioni a causa di contagi covid degli operatori in servizio».
Gabriele Pipia
Luca Marin
Ultimo aggiornamento: 11:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci