Coronavirus. Francesco, 17 anni, la sua vita in costante "zona rossa": «Non uscite di casa, fate come me»

Giovedì 26 Marzo 2020
Coronavirus. Francesco, 17 anni, la sua vita in costante "zona rossa": «Non uscite di casa, fate come me»
Coronavirus Padova. «Siamo un popolo viziato ed egoista, anche una semplice norma ci risulta difficile da accettare. Preferiamo mettere a repentaglio la vita del prossimo piuttosto che sacrificarci per un breve periodo». Esordisce così Francesco O., 17 anni, affetto fin dalla nascita da una malattia neuromuscolare che da sempre obbliga sia lui che la sua famiglia a vivere in una zona rossa. Francesco è seguito dall'Hospice pediatrico di Padova, diretto dalla dottoressa Franca Benini, centro di riferimento regionale per le cure palliative dei piccoli pazienti con quadri clinici delicati. Nel pieno dell'emergenza Coronavirus, il ragazzo ha deciso di lanciare un appello ai padovani.

Lettera di un medico veneto dal reparto Covid: «Tutto ciò che avevo imparato del mio mestiere non esiste più, vi spiego perché dovete stare a casa»

«La malattia rende i miei muscoli particolarmente deboli. Anche una banale influenza può arrecare in me dei grossi problemi spiega Francesco - infatti proprio per questo fin da quando sono nato, durante il periodo invernale, evito il più possibile i luoghi affollati o il contatto con persone estranee delle quali non conosco lo stato di salute. Perciò per me questa quarantena non presenta nulla di nuovo, se non la normalità che ogni  anno devo seguire per preservare il mio stato di salute. Quello su cui vorrei farvi riflettere è proprio questo: io ogni anno per 5-6 mesi sono costretto a rimanere chiuso in casa o al massimo fare spostamenti in luoghi sicuri, voi invece avete la fortuna di potervi spostare liberamente da un luogo all'altro dodici mesi l'anno».
 


Come Francesco, sono tanti altri i casi di piccoli pazienti che rischiano la vita in caso di contagio di Covid-19. In via preventiva l'Hospice pediatrico ha dovuto ridurre l'attività al minimo, vengono garantite solo le emergenze. «In questo momento vi si chiede di rimanere nella vostra abitazione per un breve periodo per tutelare noi, ragazzi e adulti più deboli aggiunge Francesco ma anche voi stessi, dato che non è una semplice influenza come tanti pensano, e tutte quelle persone che sono costrette a lavorare anche in questa situazione. Come il personale sanitario, chi lavora nei negozi di prima necessità, nelle farmacie e le forze dell'ordine. Non vi si sta chiedendo di andare in guerra o di rimanere chiusi in casa per anni. Se tutti noi ci impegnassimo a vivere per venti giorni segregati in casa, l'espandersi dell'epidemia si fermerebbe e permetteremmo alla sanità italiana di poterci curare al meglio». In un anno più di 300 bambini vengono assistiti dall'Hospice pediatrico di via Ospedale civile. «Non veniate a dirmi che è proprio così indispensabile che voi usciate a fare due passi o che andiate in qualsiasi altro posto afferma il ragazzo -, dato che non vedete sempre l'ora che arrivi il weekend per riposarvi. Bene ora avete la possibilità di riposarvi per un po' di giorni, sfruttatela. Se proprio non vi interessa la salvaguardia della vostra e nostra salute, prendetevi questi giorni per passarli in totale relax guardandovi un bel film che volevate vedere da tempo o finendo quel libro che avete lasciato sul comodino per mesi e che non avete mai finito per colpa del ritmo frenetico della quotidianità. E se passerete questa emergenza sanitaria indenni, ricordatevi che molti bambini e ragazzi ogni anno ne hanno più di una da affrontare per tutta la vita». 
A sostegno dell'Hospice c'è l'associazione Isola che c'è, che raggruppa i genitori di pazienti ed ex pazienti del centro.

«Quando è iniziata l'emergenza del Coronavirus fa sapere l'associazione -, abbiamo pensato che noi famiglie con figli con patologia inguaribile siamo abituate da sempre a prendere precauzioni e a collaborare con medici e infermieri per proteggere la delicata salute dei nostri piccoli. Ora la situazione è ancora più complicata. Noi famiglie siamo abituate a trasformare situazioni critiche in opportunità, a utilizzare fantasia e creatività in ogni situazione e siamo sicuri che ce la faremo anche questa volta». 
E.F.
Ultimo aggiornamento: 20:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci