Oltre mille in isolamento da gestire, ecco la centrale operativa dell'Ulss

Giovedì 20 Agosto 2020 di Nicoletta Cozza
Gli operatori dell'Ulss e dietro il dg Scibetta

LA SITUAZIONE
PADOVA Altri dieci positivi nelle ultime 24 ore. Continuano a salire, quindi, i contagi e in questo momento in isolamento domiciliare ci sono 1098 persone (compresa la donna di Vo rientrata da poco dalla Croazia), delle quali 16 presentano i sintomi dell’infezione da Coronavirus.  Scende a 5, invece, il numero dei ricoverati nel reparto di Malattie Infettive, ma restano 3 i degenti in Terapia Intensiva, dove è sempre in gravi condizioni la bambina di 5 anni che presenta complicazioni neurologiche e renali: è ancora intubata e viene tenuta in coma farmacologico, però man mano che passano i giorni, e non si registrano peggioramenti, tra gli specialisti della Pediatria che la stanno seguendo sta subentrando un cauto ottimismo su un’evoluzione positiva. Nelle prossime ore arriveranno gli esiti delle analisi finalizzate ad accertare se il serio quadro clinico che presenta la piccola sia ascrivibile solo al Covid, o sia invece l’esito della sovrapposizione di un’altra infezione. Il report di Azienda Zero, intanto, evidenzia che il numero totale dei cittadini positivi al tampone nel territorio padovano ha toccato quota 4.482. 
I CONTROLLI
In questo scenario di allerta per evitare la diffusione del virus un ruolo fondamentale lo ha centrale operativa attivata dall’Ulss 6 nella sede di via dell’Ospedale, a cui è affidato un compito di intelligence che parte appunto dai contatti con i soggetti in quarantena. A spiegare come la squadra composta da una decina di persone, tra specializzandi e operatori sanitari, è la professoressa Ivana Simoncello, direttore del Dipartimento di Prevenzione, in prima linea nella lotta al Covid dall’inizio della pandemia. «L’attività di chi interpella le persone in isolamento - spiega  - avviene quando dal laboratorio riceviamo l’esito della positività al test. Subito, attraverso l’anagrafe sanitaria, informiamo i diretti interessati e contestualmente cerchiamo di risalire ai contatti che hanno avuto di recente, per avere i nominativi di altri potenziali positivi. A loro raccomandiamo poi di rivolgersi al Pronto Soccorso, o al medico di base, nel caso  compaiano sintomi della malattia. Tutti i pazienti vanno poi contattati e ricontattati, perché la sorveglianza  sul decorso prosegue. E dopo 14 giorni i tamponi vengono ripetuti fino alla negativizzazione». Un lavoro capillare e complesso, quindi, per chi lavora nella centrale operativa dell’Ulss. «La nostra priorità - aggiunto la dottoressa Simoncello - resta la prima telefonata che serve a ricostruire i contatti del contagiato: a volte, soprattutto in un contesto lavorativo che si aggiunge a quello familiare, si tratta anche di 20/30 persone da rintracciare, che poi a loro volta devono essere chiamate una per una. Una mole di  lavoro imponente». Fin qui la sorveglianza sotto il profilo sanitario, mentre quella che riguarda rispetto dell’obbligo di isolamento spetta alle forze dell’ordine. «I nominativi dei positivi - aggiunge il direttore del Dipartimento di Prevenzione - vengono comunicati ai Comuni e alla Prefettura. Da qui, poi, vengono disposti eventuali accertamenti, che possono portare alla sanzione per chi va fuori, mentre dovrebbe stare a casa. Nel frattempo, poi, noi siamo impegnatissimi anche sul fronte dei rientri dalle ferie dai Paesi a rischio, con la sorveglianza attiva  dei vacanzieri in attesa dell’esito dei tamponi, e di quelli che sono già risultati positivi».
LE SCUOLE
Oggi, intanto Domenico Crisarà, segretario Regionale della FIMMG, Federazione che raggruppa i sanitari di base, ha convocato una riunione nel primo pomeriggio per fare il punto su come i medici di base si dovranno regolare da lunedì, quando partiranno i test sierologici su base volontaria per per il personale docente e non delle scuole statali e paritarie; quasi 1.800 persone tra città e provincia. «Il problema - ha osservato Crisarà - non sono i test, che saranno 25 in due settimane per ciascuno di noi e che siamo pronti a fare, ma la sovrapposizione di informazioni che sta creando caos, allarme e perplessità».
Nicoletta Cozza
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