Colasio: «Non vi vogliono all'estero? Venite a visitare Padova»

Mercoledì 4 Marzo 2020 di Gabriele Pipia
L'assessore Andrea Colasio
PADOVA «Non vogliono gli italiani alle isole Mauritius? Meglio, così tutti possono approfittarne per venire a vedere i nostri gioielli, che sono sicuramente meglio». Andrea Colasio passeggia tra i capolavori del Palazzo della Ragione, sorride e si compiace. «Se abbiamo deciso di riaprire tutti i musei, è per dare un chiaro segnale. Padova riparte. Anzi, Padova è già ripartita. Ed è aperta a tutti». 
Alle 8.45 del mattino l’assessore alla Cultura è il primo ad arrivare alla Cappella degli Scrovegni. Il tesoro artistico di Giotto riapre, così come i Musei civici eremitani e il Palazzo della Ragione. Si entra solo a gruppetti di dieci, ma non c’è ressa. La sala d’attesa è stata riorganizzata, mettendo le sedie a debita distanza per rispettare il decreto ministeriale, e alle nove in punto sono sei i visitatori in prima fila. Quattro italiani e due orientali. Occhi pieni di meraviglia e nessuna paura del Coronavirus. Al turno dopo ecco altre quattro persone, tra cui una turista americana e una donna incinta. «Se arriveremo a 150 persone nell’arco della giornata sarà un successo - osserva Colasio a metà mattinata - ma intanto la nostra macchina culturale si sta rimettendo in moto». Lo stesso discorso vale anche per gli altri simboli della città. «Vogliamo dare un messaggio di tranquillità» dice Colasio. Mentre parla, alle due del pomeriggio dentro Palazzo della Ragione ci sono due giovani turisti. «Sono a cinquanta metri di distanza l’uno dall’altro - scherza l’assessore - non c’è problema». 
L’ANNUNCIO
Ma la giornata di ieri ha riservato un’altra importante notizia. Dopo la chiusura di una settimana dovuta all’emergenza, oggi la mostra “L’Egitto di Belzoni” al centro culturale Altinate San Gaetano riapre per il pubblico. «E lo farà - aggiunge Colasio - con una politica di prezzi eccezionali». Poi si fa serio: «La riapertura avverrà nel pieno rispetto del decreto attuativo del Presidente del Consiglio dei Ministri e saranno assicurate le modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro».
LA SCELTA
Fino al 20 marzo i visitatori potranno godere di tariffe speciali: gli adulti potranno entrare a 10 euro (anziché 16) e i bambini dai 6 ai 17 anni entreranno a 5 euro (invece di 14). Sempre fino al 20 marzo le partenze aggregate – con il supporto di archeologi esperti – saranno limitate a gruppi di massimo 10 persone: si svolgeranno il sabato e la domenica alle 11, 15 e 17 a un costo ridotto di 15 euro per gli adulti e 10 euro per i bambini. «Abbiamo moltissime scuole che non vogliono rinunciare alla visita e che hanno rinviato alle prossime settimane o ai prossimi mesi» sorride Colasio. «Abbiamo messo in campo tutte le misure richieste dal governo – prosegue l’assessore alla Cultura –. La cultura e i musei aperti sono una risposta viva e importante per ritornare, con prudenza, alla normalità e alla quotidiana».
LA DIOCESI
Dopo il “blocco forzato” riapre anche la mostra del Museo Diocesano. La mostra “A nostra immagine. Scultura in terracotta del Rinascimento da Donatello a Riccio”, temporaneamente chiusa per le ordinanze ministeriali, ieri ha riaperto al pubblico. Occhi puntati sulla figura di Giovanni de Fondulis, artista cremasco che a Padova, nella seconda metà del Quattrocento, diede vita a una straordinaria bottega d’arte.
«La mostra - evidenzia il direttore del Museo Diocesano Andrea Nante - è il momento conclusivo di un progetto durato oltre due anni, durante il quale, con il sostegno della campagna “Mi sta a cuore”, sono state restaurate quattro opere del territorio diocesano, ora inserite nel percorso espositivo». Dai gioielli di Giotto a quelli diocesani, Padova riparte dalla cultura. 
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA 
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