Pioggia di milioni dalla Fondazione Cariparo: ecco il piano salvezza

Domenica 17 Maggio 2020 di Mauro Giacon
LA DONAZIONE La Fondazione Cassa di Risparmio ha aumentato il plafond agli interventi di rilancio post-Covid

PADOVA - Baciarsi le mani se si è laici. Accendere un cero se si crede. Avere la Fondazione Cassa di Risparmio in casa è come prendere su l’ombrello quando piove. Ma l’altro ieri il cda e i consiglieri hanno fatto qualcosa di più, qualcosa che va oltre i principi economici, rischiando un investimento in deficit. Hanno portato la disponibilità di fondi sul territorio di Padova e Rovigo, per il 2020, a 70 milioni di euro, aumentando da 13 a 20 milioni il plafond destinato agli interventi di emergenza e di rilancio post Covid. Un intervento straordinario che nessuna altra Fondazione ha avuto il merito di fare.
LA SVOLTA
Un atto di coraggio, che è stato ponderato non poco ma che obbedisce «a un dovere» come ha detto ieri il presidente Gilberto Muraro. Coraggio perché i dividendi attesi da IntesaSanPaolo sono bloccati e valgono per la Fondazione 68 milioni di euro che non sono entrati. Dovere perché il compito della Fondazione è sostenere i bisogni di questa gente. Fino a sei mesi fa oltre ai progetti non profit c’era l’auditorium. Ieri, a sentire Muraro, la casa della musica è rimasta un “orientamento” ma niente di più. 
LE DECISIONI
Ognuno ha fatto il proprio dovere in Fondazione. Il cda ha aumentato di 6,5 milioni le risorse per l’emergenza ora arrivate a 20 milioni. Subito dopo il Consiglio ha rivisto il documento programmatico portando le erogazioni da 48 a 55 milioni. All’interno il capitolo per “l’inclusione sociale” è schizzato da 10 a 14 milioni. Se ci aggiungiamo risorse non utilizzate nell’esercizio precedente e la deviazione di fondi, previsti per altro, arriviamo ai 70 milioni.
GLI AIUTI
L’ombrello si aprirà su chiunque abbia bisogno: 14 milioni andranno ad ospedali, Ulss, Caritas, Csv ed enti come la Croce verde. Ciascuno dei 153 comuni delle due province seguite riceverà assistenza economica, soprattutto nei confronti delle nuove povertà e del cosiddetto disagio abitativo. Un milione e 250 mila euro sono destinati solo per Padova capoluogo. Per dire Muraro ha parlato ieri di «elargizione automatica di 1,5 milioni alle Residenze sanitarie assistite», quelle degli anziani.
LA SECONDA FASE
Questo è un capitolo del tutto particolare. Ci sono 6 milioni di euro per la fase di rilancio che si focalizzeranno: sul “sostegno di progetti riguardanti l’inserimento socio-lavorativo a fronte della crescente perdita del lavoro; su interventi per favorire lo studio e l’occupazione dei neodiplomati e dei neo-laureati; su interventi a sostegno delle famiglie, con particolare attenzione all’accoglienza nei mesi estivi dei bambini e ragazzi i cui genitori sono impegnati in attività lavorative; su interventi di sostegno all’economia del territorio”.
Il testuale racconta un indirizzo preciso: “salvare” i giovani dall’assenza di futuro occupazionale.

Salvare le famiglie che non sanno dove portare i figli nel momento in cui lavorano. Salvare le piccole aziende che sono quelle più penalizzate nell’accesso al credito. «Non siamo la Bce, non abbiamo risorse illimitate» ma ci proviamo, ha fatto capire ieri Muraro. Del resto c’è chi sta anche molto peggio di noi. Non è mancata una domanda su Fondazione CassaMarca visto che il professore è diventato di recente presidente della Consulta delle Fondazioni del Triveneto. «Stimo molto Luigi Garofalo collega della facoltà di legge che ha ricevuto una eredità avvelenata».

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