Vo' e il ritorno alla normalità: riapre la locanda "Al Sole" dove tutto era cominciato

Lunedì 18 Maggio 2020 di Maria Elena Pattaro
RIAPERTURA

VO’ - La riapertura di Vo’ riparte da qui, dal posto in cui tutto era cominciato. Stamattina la Nuova Locanda Al Sole torna ad accogliere i propri clienti. Per quasi tre mesi il bar è rimasto deserto e silenzioso ad osservare quello che accadeva al centro collinare diventato il primo focolaio di Covid-19 in Veneto. I primi due positivi, i compianti Adriano Trevisan e Renato Turetta, erano clienti affezionati che si davano appuntamento lì quasi tutte le sere per una partita a carte.

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Ed è proprio così, giocando a briscola o a tressette gomito a gomito con altri anziani del paese che potrebbero aver contratto il virus che prima di quel 21 febbraio non sembrava una minaccia. Troppo lontano. Invece aveva già raggiunto il paesino collinare. A quasi tre mesi di distanza Vo’ ha sconfitto questo nemico invisibile ed è pronto a vivere una nuova normalità. Del resto i vadensi sono stati i primi a chiudere, a fine febbraio, quando per il paese sono scattate le due settimane di isolamento, a cui poi è seguito il lockdown nazionale. «Riapriamo con il sorriso, sicuri che il virus sarà soltanto una parentesi da lasciarci alle spalle. Sono sicura che fra un anno in questo periodo parleremo di altro – dice Doriana Mingoni, titolare del bar e affittacamere di piazza della Liberazione –. Forse qualcuno eviterà di entrare pensando al marchio che ci è stato appioppato all’inizio. Qualcun altro invece magari scatterà una foto proprio a questo bar visto che se ne è parlato così tanto». Di una cosa Doriana è sicura: sarà bello rivedere i clienti, con cui è rimasta in contatto in questi mesi di forzata chiusura. Ieri lei e il suo socio Alessio Guerra stavano facendo gli ultimi aggiustamenti in vista della riapertura di stamattina: tavolini distanziati, stanze sanificate, plexiglass davanti alla cassa, niente più mazzi di carte.
CAMBIAMENTI
«Cambiano parecchie cose ma saremo di nuovo noi, ci ritroveremo a bere qualcosa, a ridere, a scherzare» – afferma fiduciosa la titolare. Non c’è preoccupazione nelle sue parole, ma serenità e ottimismo. «Sono contenta di riaprire e lo faccio con la consapevolezza che tutto tornerà al suo posto, come ho detto alle mie tre dipendenti – prosegue la Mingoni – anche se per ora non posso confermare il posto a tutte, è solo questione di tempo. Supereremo anche questa». Le decine di ristoranti e agriturismi che costellano il paese da 3.300 abitanti sperano con tutto il cuore di tornare a riempire le pagine delle loro agende dopo le cancellazioni dei mesi scorsi quando matrimoni, cresime, comunioni, feste di Pasqua e Pasquetta facevano registrare il tutto esaurito. Alcune attività, per tamponare le perdite, avevano abbracciato l’opzione delle consegne a domicilio e del cibo per asporto. «Per noi non era conveniente – spiega Stefano Calaon, titolare del ristorante Al Bosco – abbiamo deciso di aspettare, riapriremo nel fine settimana. Dobbiamo organizzarci con la sanificazione dei locali e con tutte le misure da rispettare». «I posti disponibili saranno un quarto di quelli di prima, mentre le spese saranno le stesse, anzi aumenteranno», aggiunge Calaon. «Abbiamo fatto l’ultima aziendale cena proprio quel venerdì. Quando abbiamo saputo dei due contagi e della morte di Trevisan, abbiamo deciso di non riaprire per precauzione». Nel settore della ristorazione la curiosità prevale sul timore: «Dovremo impostare tutto in modo diverso – afferma il consigliere Alessio Turetta, che è anche titolare della birreria The beer brothers – ma questo non vuol dire rinunciare alla socialità». Il Comune, che ha esteso gli orari di apertura dalle 7 alle 22 per parrucchieri, estetisti e negozi di commerci al dettaglio, metterà a disposizione gli spazi pubblici come plateatici se necessario. «Stiamo valutando anche come riaprire il mercato del giovedì – spiega l’assessore alle Attività produttive Mauro Franchin – per il momento in piazza ci sono soltanto due banchi che vendono pesce». La sensazione del sindaco Giuliano Martini è positiva: spera che tutti riescano a riaprire. «Mi sembra che la Regione abbia ottenuto un buon accordo con misure migliorative rispetto alle direttive Inail iniziali – afferma il primo cittadino –. Siamo il paese più sicuro d’Italia. Da un mese non registriamo contagi e abbiamo un’unica persona positiva (su un totale di 88, ndr). I nostri bar e ristoranti sono i più sicuri e qualche settimana fa abbiamo controllato anche i chi lavora nelle attività commerciali». 
 

Ultimo aggiornamento: 14:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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