Corsie ciclabili per una mobilità "Covid free“, in città si sperimentano le Bike Lane

Sabato 30 Maggio 2020 di Nicoletta Cozza
PISTE CICLABILI Padova è tra le prime città italiane a introdurre le Bike Lane

PADOVA - L’effetto ottico è quello della carreggiata che si restringe. Per lasciare posto alla pista per le biciclette. Che, però, non è delimitata da cordoli o da rialzi, ma solo indicata sull’asfalto, quanto basta a far sì che chi è al volante tenga conto di coloro che invece procedono pedalando nella stessa direzione. Il post pandemia, infatti, ha avuto ripercussioni pure sulla mobilità ciclabile e Padova da ieri è una delle prime città italiane, assieme a Milano, Torino e Roma, a realizzare le Bike Lane, corsie riservate ai velocipedi per una mobilità Covid free. La sperimentazione è partita nella zona di San Camillo ed esattamente nelle vie Scardeone e Barozzi (dove sono stati cancellati 5 posti per la sosta), ma a breve verrà riproposta anche in altre zone. Come ha sottolineato l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Micalizzi, infatti, l’obiettivo è quello di dare ai cittadini che non vogliono utilizzare i mezzi pubblici perché temono gli assembramenti, di muoversi comunque senza usare la macchina, preferendole la bicicletta, che consente di andare a destinazione senza il pericolo di essere contagiati. L’opportunità da cui ha preso le mosse il Comune è il Decreto Rilancio, il quale nella fattispecie interviene sul Codice della Strada per favorire i sistemi di mobilità compatibili con la situazione post Covid, in cui le bici, potendo usufruire delle “nuove corsie di attenzione” diventano una valida alternativa alle macchine, come già avviene in molti Paesi Europei, tra cui Olanda, Francia e Germania
LE SPIEGAZIONI
La realizzazione è molto più semplice e veloce rispetto a quella delle ciclopiste tradizionali: in pratica è sufficiente disegnare sull’asfalto una linea bianca tratteggiata di grosso spessore che segna lo spazio della carreggiata dedicato alle biciclette. A differenza di quanto avviene in presenza delle piste ciclabili tradizionali, in questi casi alle auto non è vietato viaggiare occupando la Bike Lane, ma la presenza della corsia indicata dalla segnaletica ricorda all’automobilista che la strada è percorsa anche dai ciclisti, i quali hanno stessa dignità di chi viaggia a bordo di un veicolo. «Questo - ha spiegato Micalizzi — è un un nuovo strumento del Codice della Strada che permette di tracciare le piste ciclabili in modo più duttile, rapido ed economico, così come da anni avviene nei Pesi del nord Europa. In pratica, segnala con una semplice striscia tratteggiata bianca, lo spazio di carreggiata in cui transitano le bici, che può essere in condivisione con quello riservato alle auto. Fino ad oggi infatti le ciclopiste dovevano obbligatoriamente avere una sede propria, distinta dalla corsia delle macchine, e quindi era impossibile realizzarle nelle strade di larghezza insufficiente. La Bike Lane, invece, richiama al rispetto reciproco, con il risultato che l’asfalto diventa uno “spazio condiviso”». «Inoltre - ha concluso l’assessore - tale strumento ci darà la possibilità di realizzare più percorsi per la ciclabilità, a costi ridotti e facendo ricorso non a progettazioni complesse, bensì a soluzioni semplici e intuitive».
E Arturo Lorenzoni, vicesindaco con delega alla Mobilità, ha aggiunto: «Abbiamo indicato come prioritaria la tracciatura di "bike lane" nelle strade ove sia possibile ricavare gli spazi idonei, per dare un segnale chiaro di sicurezza per chi in città utilizza la bicicletta.

Si tratta di un’opportunità a basso costo, ma decisiva per promuovere la cultura della mobilità dolce, sempre più centrale nelle politiche di sostenibilità e sicurezza».

Ultimo aggiornamento: 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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