Tre imprese su quattro senza liquidità. Gli artigiani: «Subito il credito»

Sabato 11 Aprile 2020 di Elisa Fais
ARTIGIANI. Allarme liquidità, tre imprese su quattro in difficoltà

PADOVA - L'impatto del Coronavirus sulle aziende pesa 2 miliardi di euro, pari al 7% del Pil annuale della provincia di Padova. E' uno scenario drammatico quello descritto dall'Osservatorio Economico sull'Emergenza Coronavirus di Cna Padova. Il focus dell'ultima analisi guarda al credito e la liquidità delle aziende. Tre imprese su quattro sono in emergenza liquidità.
Il 60% ha più che dimezzato i saldi di conto corrente. «Se continua l'attuale blocco, c'è ossigeno al massimo per un mese a lanciare l'allarme è il presidente Luca Montagnin - Necessario aprire il prima possibile i rubinetti del credito senza vincoli burocratici e bancari». 
Appena il 32% delle aziende ha una liquidità sufficiente a sostenere la normale operatività aziendale (pagamento dei dipendenti, dei fornitori, delle utenze, degli eventuali prestiti bancari e delle imposte) per più di un mese, mentre il 30% ha un orizzonte massimo, prima di andare in rosso, di un paio di settimane. «Per il 43% delle imprese intervistate spiega Michele Pasqualotto di Cna - la situazione va affrontata con il ricorso al credito al credito bancario, auspicando che i provvedimenti del Governo e l'atteggiamento delle banche garantiscano un accesso rapido e poco oneroso. Il 10% ha intanto richiesto il blocco di rate e mutui e un ulteriore 9% ha disposto la rateizzazione o la dilazione di pagamenti previsti. Da sottolineare anche l'8% che farà ricorso a risorse proprie o a quelle familiari per non appesantire la propria posizione debitoria».
Alla fine del 2019 i prestiti concessi alle imprese padovane ammontavano a oltre 12 miliardi di euro, distribuiti soprattutto tra imprese di servizi e attività industriali. Alle piccole imprese, con meno di 20 addetti, erano stati concessi circa 2,7 miliardi. Guardando la dinamica dei prestiti, si evidenzia il fenomeno del credit crunch: la consistenza dei prestiti si è ridotta del 5,8% in un solo anno, mediamente del 3,6% all'anno nell'ultimo quinquennio. Se si guarda al 2011, i prestiti da parte delle banche alle imprese della provincia sono diminuiti circa del 35%, ma va molto peggio per le piccole imprese, con una diminuzione del 41% rispetto al 2011 e del 7,6% solo su base annua.
«Il decreto liquidità varato dal governo prevede un importante sistema di garanzie dichiara Montagnin - Va chiarito che lo strumento garanzia è diretto alle Banche e non alle imprese. Le aziende possono giovarsi della possibilità data agli istituti di credito di non caricare i loro bilanci. E' però fondamentale che le banche facciano il loro lavoro: prestare denaro alle aziende». Dall'entrata in vigore delle limitazioni per i pubblici esercizi negli orari di apertura e fino al termine degli ultimi provvedimenti ministeriali identificato nel 13 aprile, si stima che il sistema economico padovano abbia perso oltre 1,6 miliardi di ricchezza, pari a quasi il 6% del Pil annuale, determinata dalla chiusura di circa 57 mila aziende. 223 mila gli addetti coinvolti (6 su 10).
«La maggioranza delle imprese che ancora lavorano sottolinea Pasqualotto -, segnala perdite intorno al -30% o -40%. Se è vero che circa il 15% delle imprese si è attrezzato per le consegne a domicilio, riuscendo quantomeno a non azzerare i ricavi, alle cifre già dette andrebbero aggiunti altri 300 - 400 milioni di euro di perdite, superando abbondantemente i 2 miliardi di euro di ricchezza persa, oltre il 7% del Pil annuale provinciale».
 

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