Consiglio regionale: Padova fa il record portando dieci propri eletti

Mercoledì 23 Settembre 2020 di Mauro Giacon
Palazzo Ferro Fini
PADOVA - In Regione centrodestra batte centrosinistra sette a tre. Questa la suddivisione dei seggi che saranno occupati dai candidati padovani vincenti. Per la lista Zaia entrano Fabrizio Boron, Luciano Sandonà, Elisa Cavinato e Giulio Centenaro. Per la Lega Roberto Marcato. Per Forza Italia Elisa Venturini. Per Fratelli d'Italia Enoch Soranzo. A sinistra rispondono Arturo Lorenzoni candidato presidente per il Veneto che vogliamo ed Elena Ostanel. Più Vanessa Camani per il Pd. In complesso ci sono quattro volti nuovi a centrodestra e tre a centrosinistra.
LEGA
Roberto Bulldog Marcato sarà sicuramente confermato assessore. Dall'alto delle sue oltre 11mila 500 preferenze è il più votato di tutti i candidati di ogni schieramento. Un trionfo per l'assessore alle attività produttive anche perché risulta l'unico leghista padovano ad entrare direttamente in consiglio. Giuseppe Pan, assessore regionale uscente è primo dei non eletti e gli subentrerà quando entrerà in Giunta. È possibile a questo punto che Marcato diventi vicepresidente.
LISTA ZAIA
Il fatto che Pan sia più debole apre le porte ad un cambio per il secondo assessore leghista che altri non può essere che Fabrizio Boron. Tutti gli indicatori convergono. È il più votato della lista Zaia a Padova, contro dei competitor forti. Ed essendo il presidente della Commissione Sanità uscente con il nuovo ospedale da seguire passo per passo, la poltrona di assessore alla Sanità non dovrebbe mancargli. Altro eletto in consiglio regionale Luciano Sandonà, confermato in consiglio e sostenuto da Luisa Serato. Luciano Sandonà abita a Campo San Martino con la famiglia, ed è titolare di uno studio di revisione contabile e consulenza aziendale a Curtarolo. «Nel 2015 ero stato eletto in consiglio regionale, sempre nella lista Zaia presidente, con 2.018 preferenze. In questa tornata ha raccolto 6.005 preferenze, uno dei migliori risultati fra i candidati padovani, grazie a tutti».
Giulio Centenaro, iscritto al Collegio dei Geometri dal 1990, titolare di partita iva e assessore con delega alla sicurezza e all'edilizia scolastica del Comune di Santa Giustina in Colle è uno che ha deciso nel pieno periodo del lockdown di donare la propria indennità di carica di amministratore del mese di marzo all'ospedale Pietro Cosma di Camposampiero. 
Elisa Cavinato assessore a Vigodarzere confessa. «Sono felicissima del risultato, non mi aspettavo dei numeri simili, quello che mi fa più piacere è aver triplicato i consensi nel mio territorio, al quale tengo molto e sul quale ho puntato i passati 4 anni di amministrazione. Grazie a tutti i miei cittadini di Vigodarzere ma grazie anche a tutte le persone che negli altri comuni mi hanno dato fiducia». 
FRATELLI D'ITALIA
Enoch Soranzo. L'ex sindaco di Selvazzano ed ex presidente della Provincia si giocava molto della sua carriera politica e del prestigio personale. Ha accettato la sfida per la Regione ed ha vinto il solo posto disponibile, battendo Elisabetta Gardini. Soranzo è risultato il più votato del partito in provincia. Evidentemente un ritorno a casa, lui che ha iniziato in An, e un grande lavoro dietro le quinte per confermarsi macchina da voti. «Ho riposato qualche ora ma sono già al lavoro perché Padova e il Veneto non possono aspettare» il suo lapidario commento.
FORZA ITALIA
Elisa Venturini che porta Forza Italia al 55 per cento a Casalserugo dove è stata sindaco è un caso nazionale. Come gli oltre 6mila voti di preferenza, più o meno quelli che ha preso Fabrizio Boron sotto una lista di ben altro tenore.
DEMOCRATICIVanessa Camani, ex parlamentare, ha vinto una battaglia durissima dentro il Pd. A dividersi le spoglie delle preferenze erano lei e il segretario regionale del partito, Luigi Bisato. Ma la Camani, 44 anni, sostenuta da Alessandro Naccarato, è sempre stata avulsa da questa segreteria contestando una certa assuefazione zaiana, come ad esempio il sì critico all'Autonomia. Forse proprio la discontinuità è stata la sua arma decisiva. «Io ho dato il massimo, perchè sono convinta che la nostra terra meriti di più di chi è sempre bravo ad indicare i problemi, senza mai risolverli. Ma dobbiamo dircelo con franchezza: per cambiare davvero il Veneto dobbiamo cambiare anche noi. La nostra gente ci chiede più coraggio, più determinazione, meno subalternità al pensiero unico che da oltre 20 anni governa la nostra Regione».
VENETO CHE VOGLIAMO
Arturo Lorenzoni, come candidato presidente, entra di diritto in consiglio regionale per Il Veneto che vogliamo. A 54 anni, il professore di economia dell'energia sarà la vera alternativa a Zaia, preparando quello che potrebbe succedere fra cinque anni. Le sue idee sull'urbanistica, sulla mobilità green, e le sue critiche sul modello di sanità del Veneto rappresenteranno la voce critica in consiglio. Insieme a lui Elena Ostanel, 37 anni, ricercatrice dello Iuav di Venezia e pure lei una sorpresa, ma non più di tanto se si esamina bene il suo retroterra culturale che affonda in quella Coalizione civica che contribuì al decisivo successo di Lorenzoni».
Mauro Giacon
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Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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