Premiata la fedelissima, il direttore dell'Ateneo: «Concorso pilotato? Ho seguito le norme»

Mercoledì 24 Ottobre 2018 di Nicola Munaro
Il direttore generale dell'Università di Padova, l'ingegner Alberto Scuttari
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PADOVA - «Ritengo doveroso specificare di aver agito nel pieno rispetto delle numerose norme e regolamenti alle quali è soggetto l'Ateneo e attendo con serenità di conoscere cosa mi verrebbe contestato attraverso comunicazioni formali, che non mi sono pervenute». Così, affidando le sue parole ad una nota ufficiale diramata nel pomeriggio, il direttore generale dell'Università di Padova, l'ingegner Alberto Scuttari, ha commentato l'iscrizione nel registro degli indagati con l'accusa di abuso d'ufficio per un concorso pubblico per il posto di addetto alle relazioni esterne del Bo che stando alle ricostruzioni della magistratura il dg avrebbe pilotato per favorire una sua fedelissima collaboratrice, Donata Boesso, 64 anni, dal 2006 a fianco dell'attuale direttore generale del Bo prima all'Esu di Padova e poi a Ca' Foscari, dove Scuttari era stato dg.
 
Accuse che Scuttari respinge. «Anche nel merito della procedura che verrebbe contestata, ribadisco che l'iter è stato pienamente rispettoso dei regolamenti d'Ateneo continua il direttore generale -. Sia per quanto riguarda le modalità e i tempi di pubblicazione dell'avviso di selezione, sia per le modalità di svolgimento della stessa, che è avvenuta attraverso la valutazione di una commissione della quale non ho fatto parte. Commissione che ha agito con autonomia e responsabilità. Ricordo inoltre che si tratta di un contratto Cococo della durata di due anni che fa parte delle numerosissime procedure similari che bandisce ogni anno l'Ateneo. Lavoro da oltre vent'anni in ruoli di direzione generale, oltre dieci in Atenei, e nonostante le migliaia di procedure selettive delle quali ho approvato gli atti, non ho mai avuto contestazioni che riguardassero il mio operato».
Qualcosa però stavolta non tornerebbe, almeno secondo l'esposto portato in procura dalla Confederazione unitaria di base (Cub), che alcuni giorni prima della conclusione del bando pubblico, aveva soffiato al rettore Rosario Rizzuto e al prorettore vicario Giancarlo Dalla Fontana, il nome della vincitrice. Indovindandolo in pieno. Nella denuncia del Cub poi si evidenziavano altre stranezze nei paletti fissati per il concorso, indetto per dar vita ad un ruolo a palazzo Bo che non esisteva fino all'avvento di Scuttari sulla poltrona di direttore generale. Dal fatto che non fosse richiesta la laurea (e Donata Boesso può vantare solo il diploma superiore all'istituto Maria Ausiliatrice di Padova) e che il bando, pubblicato il 31 gennaio 2017 a firma dello stesso dg fosse rimasto affisso alla bacheca web del Bo solo per sette giorni, compresi un sabato e una domenica. Bando a cui comunque era risultato quasi impossibile collegarsi attraverso il link proposto.
A destare sospetti anche i curricula di Scuttari e Boesso, che sembrano correre in parallelo tra l'Esu, Ca' Foscari e ora il Bo, dove l'impiegata svolge un ruolo a stretto contatto con lo staff del direttore generale. «Sono contenta che la magistratura abbia considerato valido il nostro esposto.

Siamo stati i primi e gli unici ad aver indicato che quel concorso sembrava tagliato addosso a chi avrebbe dovuto vincere ha commentato Grazia Morra, del Cub, la prima a firmare l'esposto -. Se fossero provate le responsabilità, allora l'ingegnere dovrebbe fare un passo di lato». «La giustizia adesso farà il suo corso - ha aggiunto Matteo Padovan, di Confsal Snals - e vediamo che cosa succede. Per quanto ci riguarda abbiamo visto fin dall'inizio che la cosa era sospetta, lo ha visto tutta l'università e adesso anche la procura ha rilevato di dover approfondire la cosa».

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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