Concorso infermieri a Padova. Si presentano in 6.500 per 70 posti

Mercoledì 25 Settembre 2019 di Elisa Fais
Concorso infermieri a Padova. Si rpesentano in 6.500 per 70 posti
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PADOVA - In 6.500 alla ricerca di un posto a tempo indeterminato in uno degli ospedali del Veneto. Il maxi concorsone per infermieri, iniziato ieri alla Kioene Arena con il primo turno alle 9 di mattina, finirà questo pomeriggio. Nelle due giornate circa 1600 candidati per turno svolgeranno una prova scritta e una pratica della durata di tre ore: 70 i posti a concorso, ma il test originerà una graduatoria valida tre anni. I candidati arrivano da ogni parte d'Italia. Mi sono laureato a marzo ammette Domenico Cassese, 29 anni, di Napoli è il primo test che tento. Finora per mantenermi ho lavorato a Milano, ma facevo tutt'altro. Sicuramente mi iscriverò anche ad altri concorsi, anche se spero di passare questo. Se tornassi indietro studierei ancora Infermieristica, perché amo questa disciplina. Mi piacerebbe lavorare in un reparto di Medicina, è stimolante stare a contatto con pazienti con diverse patologie».
 
LE SPESETanti i ragazzi che, arrivando da lontano, sono costretti a sostenere le spese del viaggio e del pernottamento. «Tra treno, hotel e spostamenti vari ho speso almeno 150 euro spiega Giovanni Apicella, 25 anni, di Salerno Il viaggio dura tra le cinque e le sei ore. A luglio ho partecipato anche al concorso per infermieri a Roma. Alla fine spendi parecchio ma non c'è altro da fare, li tenti tutti fino a quando non entri. C'è più offerta di lavoro al Nord, rispetto al Sud. Finora ho lavorato come cameriere e come geometra». 
Gli infermieri si confrontano con due quiz a risposta multipla, il primo punta sulle conoscenze generali e il secondo ha cinque casi clinici da analizzare. «Il Veneto è il terzo tentativo aggiunge Mario Cipriano, 25 anni, di Agrigento ho già affrontato i test in Piemonte e in Friuli Venezia Giulia. Qui a Padova in particolare c'è lavoro, un anno fa ho mandato il curriculum ad una struttura privata e sono stato assunto. Ho già un posto ma vorrei entrare nel pubblico, dà più sicurezze. Il privato sconta un po' di problemi organizzativi».
L'ORGANIZZAZIONEPer garantire l'ordine, nei due giorni sono presenti oltre 60 persone tra commissione e controlli. «Lavoro nel privato ad Abano da due anni, ho un posto a tempo indeterminato - sottolinea Rebecca Apollonio, 25 anni, di Isernia Mi trovo bene, ma desidero passare al pubblico. Indubbiamente il sistema ospedaliero veneto da più sicurezze, in termini contrattuali e di stipendio». 
Sono state allestite 16 postazioni per il riconoscimento dei candidati, oltre ad un percorso dedicato per persone con disabilità o donne in stato di gravidanza o allattamento. «Apprezzo che Azienda Zero abbia avuto un occhio di riguardo per noi donne in gravidanza - racconta Silvia Andreoli, 31 anni, di Verona Di questi tempi purtroppo non è scontato, è giusto sensibilizzare, ma per scelta personale mi metterò in fila con gli altri. Vorrei avvicinarmi a Villafranca, dove vivo. Lavoro in sala operatoria e spero di continuare a stare lì, con un bimbo piccolo credo che siano turni più gestibili rispetto a quelli di un reparto».
VIA DAL PRIVATOMolti i volti giovani. «Mi sono laureata a novembre è il primo concorso - dichiara Silvia Citta, 23 anni, di Quarto d'Altino Lavoro in provincia di Venezia in un ospedale privato per conto di una cooperativa, il carico di lavoro è notevole. Nel pubblico si guadagnano almeno 200 euro in più al mese, perché la cooperativa si trattiene una parte. Mi piacerebbe andare a lavorare in Lungodegenza o in Geriatria, anche se non ho spiccate preferenze». La carenza di personale viene percepita anche nel privato. «Mi sono laureata nel novembre 2017 - conclude Marta Borgato, 24 anni, di Padova Da un anno e mezzo lavoro in una casa di riposo vicino a casa mia, ci arrivo in bicicletta. Come preferenza ho segnato l'Azienda ospedaliera di Padova perché lo ritengo un grande ospedale. Vorrei entrare in una Medicina o una Chirurgia generale, ma non in sala operatoria».
Elisa Fais
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