KHERSON/PADOVA - Le bombe, il vetro si infrange, il sangue scorre dietro l'orecchio. Sono immagini forti quelle che si vedono nel video di Claudio Locatelli, giornalista andato in Ucraina per documentare la guerra con la Russia scoppiata a febbraio.
Ieri, 19 dicembre, l'auto su cui viaggiava con il collega Niccolò Celesti, è stata colpita da una bomba. E mentre dietro di loro si sente il rumore degli spari, Locatelli e Celesti cercano di scappare. «L'esplosione che vedete ha danneggiato l’auto - ha detto il giornalista di origine bergamasca ma molto legato a Padova per motivi di studio - siamo rimasti bloccati sotto tiro prima di riuscire a metterci in salvo, ho perso sangue ma la ferita è lieve. Avessi aperto la porta sarei senza una gamba o peggio. La macchina è ben segnalata, non c’era nessun altro, l’attacco ai nostri danni visto luogo e dinamica è stato intenzionale. Il tiro proveniva dalla sponda oltre il nipro, lì dove si trova l’esercito russo».
Locatelli non è al primo reportage di guerra. Di recente aveva coperto il ritorno dei talebani in Afghanistan dove aveva raccolto la testimonianza di due degli studenti che volevano venire a studiare a Padova, grazie al progetto dell'Università che facilitava l'immatricolazione di ragazzi e ragazze afghane. Locatelli aveva messo in contatto i due studenti con la rettrice Daniela Mapelli, sua ex docente quando studiava nella città del Santo.
Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, ha annunciato una richiesta «a nome del sindacato italiano, al sindacato europeo e alle autorità diplomatiche, di effettuare un'ispezione nella zona, perché siamo davanti ad un atto deliberato contro i colleghi che sono i nostri occhi e le nostre orecchie in Ucraina»
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