CITTADELLA - Questa mattina la partenza di tappa del Giro d'Italia, domani sera la prima finale per salire in serie A.
LA CARICA
«Ci crediamo, ci crediamo eccome - sorride il presidente al ritorno dalla trasferta di Monza - Dando continuità, insistendo, mettendocela tutta e riprovandoci, prima o poi si possono raggiungere gli obiettivi. Sì, c'è l'idea che possa essere la volta buona». La sconfitta di Verona del 2019, quando per un'ora il Cittadella accarezzò il Paradiso, non brucia più: «Il calcio dà e il calcio toglie, lo sappiamo. Ora è tempo di guardare avanti e goderci al massimo questo meraviglioso derby con il Venezia, una città in cui ho tanti amici. È un orgoglio per tutto il calcio veneto».
Il sindaco Luca Pierobon non si perde una partita e avverte nell'aria una tensione speciale. «La squadra vuole andare in serie A e con queste due partite l'ha dimostrato eccome. L'ambizione è alta e la società è gestita in modo impeccabile: conti in ordine e strutture perfette. Il merito è del direttore generale Marchetti e del mister Venturato, ma anche e soprattutto di chi li ha scelti. La famiglia Gabrielli è un esempio per tutti». Con la proprietà il sindaco discuterà presto l'ampliamento dello stadio Tombolato per cui esiste già un progetto di massima: salirebbe da 7.500 a 10 mila posti con due nuove curve e il rifacimento della Tribuna ovest. L'eventuale serie A potrebbe dare l'accelerata anche se in tempi brevi l'opzione più probabile resterebbe il trasferimento all'Euganeo di Padova.
CONTINUITÁ
Sulla panchina granata si sono seduti dal 1996 ad oggi Glerean, Maran, Foscarini e Venturato. Un continuo crescendo con pochissimi bassi e moltissimi alti. Gli spareggi per il salto in serie A sono oramai diventati una costante e ora nella città murata tutti si sentono pronti per salire l'ultimo gradino. Il Cittadella questa volta non trema, come forse era capitato due anni fa, in un Bentegodi stracolmo e bollente che spinse il Verona a rimontare due gol. A dimostrarlo sono le parole pronunciate giovedì sera dal capitano Manuel Iori, 39 anni, anima della squadra: «Abbiamo una grande mentalità, cerchiamo di vincere su ogni campo». Una vittoria al Cittadella servirà per forza: con due pareggi a fare festa sarebbe il Venezia.
LA CAVALCATA
I granata, sesti in classica, sono arrivati qui vincendo 1-0 il preliminare con il Brescia e poi superando il quotatissimo Monza di Berlusconi, Galliani e Balotelli: vittoria per 3-0 all'andata, sconfitta per 2-0 in Brianza. Se capitan Iori è il faro, Enrico Baldini è l'ennesima pepita trasformata in oro: arrivato a gennaio dalla Lega Pro (giocava con il Fano), una settimana fa ha schiantato il Monza con una tripletta ed è stato il migliore anche l'altro ieri. Lui e Proia sono i due trequartisti che stanno consentendo al Cittadella di pungere senza dare troppi riferimenti. Il punto di forza è un centrocampo che segna tanto e proprio in questo reparto Mario Gargiulo è un'altra meravigliosa scommessa vinta, l'ennesima. Manca la più importante: salire in serie A spendendo meno di tutti gli altri. Ma guai a parlare di favola e di sogno. Cittadella è una vera realtà.
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