PADOVA - Corso Milano in poco tempo perde le sue due edicole.
«Dopo 39 anni chiudo»
«Sono in pensione da un paio d'anni e ho deciso di abbassare la serranda per sempre, non possiamo più lavorare in queste condizioni perché non ne vale la pena. Il contratto con la Fieg (Federazione italiana editori giornali) non viene rinnovato da decenni - racconta Schiavon - Io avrei anche continuato dopo 39 anni di edicola, ma in questo contesto non si può. Quando ho rilevato il negozio, che mi è costato davvero moltissimo, vendevo solo giornali, poi 15 anni fa vedendo il calo delle vendite e degli introiti ho inserito cartoleria, Lotto e i vari giochi. Lo stipendio si riesce a ricavarlo, anche se non è certo esaltante a fronte dell'impegno e del numero di ore lavorate». La dura vita dell'edicolante, con sveglia alle 5 e chiusura a sera, scoraggia molti nell'intraprendere questo mestiere. Se si aggiunge la pesante concorrenza dell'online che sta trasformando le abitudini dei lettori e la carenza di aiuti statali al settore non è difficile spiegarsi la moria delle edicole. La chiusura, oltre a trovare il dispiacere di chi era solito frequentare la rivendita, colpisce molto Massimiliano Pellizzari, presidente dell'Associazione commercianti del centro (Acc).
L'amarezza
«Da parte dei commercianti del centro c'è grande affetto per Andrea, sin da subito un nostro associato ma soprattutto una persona affidabile, sempre impegnata anche a livello istituzionale per rivitalizzare Padova». Così il presidente ringrazia lo storico edicolante per i tanti anni di attività portata avanti con passione, ma coglie anche l'occasione per fare un bilancio sulle difficoltà delle attività commerciali del centro. «Siamo molto tristi perché si tratta dell'ennesimo punto vendita che chiude definitivamente. Queste chiusure mettono in luce un problema ineludibile per tutte le attività commerciali del centro storico: Padova deve trovare una soluzione per garantire flussi importanti nel cuore della città. La scarsità di parcheggi rende difficile arrivare in auto se non a prezzi esorbitanti e ciò scoraggia molti di coloro che vengono da fuori. Non basta dire che si costruiranno parcheggi interrati perché i commercianti hanno bisogno di sapere le tempistiche di realizzazione e anche le tariffe, che dovranno essere a buon mercato se vogliamo aumentare i flussi».