Alajmo, addio Montecchia, lo chef fa rotta sulla laguna e punta dritto alla Certosa

Venerdì 11 Settembre 2020 di Claudio De Min
Alajmo, addio Montecchia, lo chef fa rotta sulla laguna e punta dritto alla Certosa
PADOVA - La mitica tartare di Erminio Alajmo, piatto icona del ristorante, ha i giorni contati: 110 per l'esattezza. Il 31 dicembre, dopo ventisei anni, calerà infatti il sipario su La Montecchia firmata Alajmo - il ristorante gourmet all'interno dell'omonimo Golf Club a Selvazzano Dentro (Pd) -, con un anno di anticipo sulla naturale scadenza del contratto stipulato con la famiglia Casati, proprietaria dell'intero impianto: «È un pensiero che abbiamo cominciato a fare prima della pandemia e che le circostanze hanno poi contribuito ad anticipare», spiega Raffaele Alajmo, manager del gruppo.

Galeotto fu (ed è) l'approdo della famiglia sull'isola della Certosa, nel cuore della Laguna di Venezia, avvenuto qualche mese fa: «Doveva essere una cosa estemporanea e temporanea aggiunge Raffaele . Poi ce ne siamo innamorati a tal punto che abbiamo cominciato a ragionare di altro con Alberto Sonino, e da lì è scaturita la decisione di dirottare i nostri sforzi sulla Laguna e su un nuovo e affascinante progetto».

Che è lo stesso Sonino, fondatore della società Vento di Venezia che gestisce l'Isola de La Certosa ed il Venezia Certosa Marina, a spiegare: «La collaborazione con gli Alajmo ha avuto inizio in estate con l'apertura del pop-up restaurant Hostaria in Certosa ma è destinata a proseguire nei prossimi anni con lo sviluppo dell'Isola. Verranno realizzate nuove residenze e strutture alberghiere, un orto di oltre cinque ettari, verrà avviata la produzione di miele della laguna e altre nuove iniziative volte alla riqualificazione del luogo».

Insomma, il sentimento in casa Alajmo in questi giorni sta a mezza strada fra l'ovvio dispiacere per una bella avventura che finisce e l'entusiasmo per una, altrettanto stimolante, che inizia: da una parte l'addio a La Montecchia che aveva conquistato la stella Michelin nel 2009, poi sempre mantenuta, ed era per dirla con Raffaele «la nostra vera casa, dove ci si riuniva tutti per stare con papà Erminio», e alla quale si era affiancato, qualche anno fa, l'ABC Montecchia, al piano terra, con una cucina più easy (qui aveva preso forma il progetto della Pjzza, rigorosamente con la j di Alajmo, anche quello un successo, poi esportato nei vari ristoranti del gruppo). Dall'altra, ecco l'idea di riaccendere e far rivivere tutto l'anno un'isola bella e un luogo affascinante e pieno di risorse, praticamente un'oasi in centro città, vista la relativa comodità di raggiungerla anche con i mezzi pubblici, fra laguna, bocca di porto e centro storico.

«In questi anni ho visto crescere La Montecchia, dalla conquista della stella Michelin all'apertura di Abc fino allo sviluppo di una linea di eventi esterni che peraltro continueremo a seguire nella provincia di Padova e non solo. Credo e spero di essere riuscito a trasmettere parte della mia esperienza e delle mie conoscenze a molte delle persone che hanno collaborato con noi, alcune delle quali sono tuttora dei veri e propri pilastri del nostro Gruppo fa sapere papà Erminio . Diciamo che ridurre un po' i ritmi alla mia età mi sembra fisiologico, ma l'entusiasmo e la voglia di fare restano intatti e immagino che i miei figli troveranno il modo di non farmi riposare troppo...».

Tutto questo mentre Stern, a Parigi, ha riaperto proprio ieri, e invece la ripresa dell'attività a Marrakech, in Marocco la sola insegna del gruppo ancora bloccata -, prevista per il 19 ottobre, slitterà probabilmente di un altro mese, per decisione delle autorità marocchine.
Del resto, a dimostrazione che l'addio a La Montecchia non segnala un ridimensionamento delle attività del gruppo (dieci ristoranti, due dei quali all'estero, oltre 200 dipendenti e 15 milioni di fatturato nel 2019), ma semmai l'esatto contrario, gli Alajmo fanno sapere che tutto il personale troverà in qualche modo spazio nelle varie insegne di famiglia e che, anche grazie ad altri progetti in ballo e per ora segreti, ci sarà spazio per tutti. Perché, in fondo, conclude Raffaele: «L'origine greca della parola crisi ha in sé un'accezione di opportunità. Nel nostro caso abbiamo la conferma che gli antichi, ancora una volta, avevano ragione».
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