Dall'Inghilterra agli Stati Uniti: la nuova vita di tredicimila padovani all'estero

Lunedì 26 Ottobre 2020 di Gabriele Pipia
Dall'Inghilterra agli Stati Uniti: la nuova vita di tredicimila padovani all'estero

PADOVA - Il giovane ricercatore che parte per l’Inghilterra, si innamora di una ragazza inglese e non torna più indietro. L’ambiziosa dottoressa che riceve un’offerta di lavoro da una clinica tedesca, decide di mettersi in gioco e riesce a far decollare la propria carriera. Ma anche il sessantenne pensionato che dopo una vita in Veneto prepara i bagagli e realizza il suo sogno: un buen retiro nel centro America. Nel pentolone ci sono 13.445 storie diverse e il comune denominatore è sempre lo stesso: le radici padovane. È questo, infatti, il numero dei cittadini del Comune di Padova che hanno scelto di trasferirsi all’estero. Un numero addirittura al ribasso rispetto al reale numero dei padovani oltreconfine, visto che non prende in considerazione i ragazzi temporaneamente fuori per motivi di studio. Una statistica che fa riflettere: negli ultimi vent’anni è più che raddoppiata. Lo scenario emerge dal report messo a punto dal Comune di Padova sulla base dei dati Aire, l’Anagrafe degli italiani all’estero a cui è obbligatorio iscriversi quando si trasferisce la residenza per più di un anno. 
LA TENDENZA
Nel 2001 i padovani residenti all’estero erano 6.642 mentre nel 2018 ne sono stati registrati 12.641. Un anno dopo, il 31 dicembre 2019 (il nostro ultimo dato ufficiale disponibile) sono 804 in più. Dalle statistiche emerge che negli ultimi vent’anni il trend di crescita è sempre stato costante con l’eccezione di una lieve flessione a metà anni Duemila. Negli ultimi anni l’incremento annuo è stato del 6 per cento. Oggi per ogni mille residenti in città ci sono 64 padovani iscritti all’Aire. Va anche sottolineato, però, che è nato all’estero il 43% degli iscritti all’Aire del Comune di Padova. Sono soprattutto quei ragazzi di origine straniera che hanno acquistato la cittadinanza italiana vivendo a Padova e poi hanno deciso di tornare all’estero.
IL CONFRONTO
Se i cittadini residenti all’estero fossero tutti riuniti in una stessa città, la popolazione che ne emergerebbe sarebbe ben diversa rispetto a quella che troviamo a Padova. Anzitutto perché prevalgono i maschi (6.971 contro 6.474) e poi perché l’età-media è ben più bassa: 38,6 anni, mentre in città supera i 47. Solo in Uruguay, Venezuela e Turchia l’età-media è più alta rispetto a quella dei residenti in città, aggirandosi sui 50 anni. Le comunità più giovani, con età poco superiore ai 30 anni, sono quelle dei padovani in Lussemburgo, Cina, Gran Bretagna e Irlanda. 
LE AREE GEOGRAFICHE
Il 60% dei padovani vive in Europa, il 32% in America. Percentuali minime per Asia, Africa e Oceania. I Paesi esteri dove c’è almeno un padovano sono 125 e al primo posto di questa speciale classifica troviamo la Gran Bretagna seguita da Germania e Brasile. Fuori dal podio Francia, Svizzera e Stati Uniti, numeri considerevoli anche per Argentina e Spagna. In Oceania il Paese più rappresentato è l’Australia, in Asia è Israele, in Africa è il Sudafrica. I padovani stanno raggiungendo un po’ tutto il mondo dato che negli ultimi cinque anni si sono trasferiti in 102 Paesi diversi. L’età media degli espatriati nel 2019 è di 29,5 anni e il Regno Unito è stato la metà principale: l’anno scorso 179 persone hanno portato lì la propria residenza. L’attesa (e il timore) della Brexit hanno accelerato il trend tra il 2016 e il 2019. 
Allargando lo sguardo, notiamo dal rapporto annuale Istat che il Veneto è, dietro la Lombardia, la Regione dalla quale emigrano più persone verso l’estero: sono oltre 16 mila in un anno. 
IL COMMENTO
«I numeri sono raddoppiati dal 2001 ad oggi e in questo elenco troviamo tanti giovani e altrettanti giovanissimi - riflette l’assessora Francesca Benciolini, che tra le proprie deleghe ha proprio quella ai servizi demografici - Questi dati ci dicono che Padova è un po’ in tutto il mondo ed è bello che venga raccontata e fatta conoscere, ma parallelamente è importante che sia anche attrattiva per chi può arrivare o per chi vuole tornare.

Su questo dobbiamo continuare a lavorare. Io non dico che i giovani vadano trattenuti sempre e comunque, perché girare il mondo è importante. Ma dico che i giovani vanno attratti».

Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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