Censis, le migliori università italiane nel 2020: Padova, Trieste e Udine al top

Lunedì 13 Luglio 2020 di Lorena Loiacono
Censis, le migliori università italiane nel 2020: Padova, Trieste e Udine al top

PADOVA - Università ai voti, il Censis valuta gli atenei per l’orientamento degli studenti.
Bologna, Padova e Perugia, Trento, Camerino e il Politecnico di Milano sono questi gli atenei che hanno raggiunto e in molti casi mantenuto la prima posizione nelle Classifiche delle università stilate dal Censis nelle diverse categorie, divise per numero di iscritti, prendendo in considerazione la valutazione degli atenei in base ai servizi erogati, borse di studio e altri interventi in favore degli studenti, strutture disponibili, comunicazione e servizi digitali, livello di internazionalizzazione. Quest’anno sono state introdotte anche nuove categorie come l’occupabilità dei laureati delle università statali, il grado di soddisfazione per i servizi come aule, biblioteche, postazioni informatiche di chi ha già frequentato l’ateneo, una mappatura di quelli che dispongono della «carriera alias», ovvero uno strumento Lgbt-friendly per agevolare le persone in transizione di genere.

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Nell’ambito delle graduatorie, il Censis ha registrato anche la crescita delle immatricolazioni negli ultimi anni, un successo costante ma diversificato sul territorio. Crescono le immatricolazioni: economia ingegneria e comunicazioni al top Per il quarto anno consecutivo, nell’anno accademico 2017-2018 si è registrato un aumento delle immatricolazioni del 1,3% rispetto all’anno accademico precedente. L’istruzione universitaria è stata scelta dal 47% dei 19enni. I gruppi disciplinari economico e ingegneria industriale e dell’informazione sono quelli che riescono ad assorbire il maggior numero di immatricolati rispettivamente con il 15,5% e il 12,5%. La ripresa degli iscritti è iniziata nell'anno accademico 2014-2015dopo 10 anni di perdita.

In difficoltà gli atenei del Sud Analizzando i dati dei singoli atenei emergono però forti differenze territoriali. Sono aumentati infatti gli immatricolati negli atenei del Nord: Nord-Ovest +3,2% e Nord-Est +4,1%, mentre sono diminuiti quelli degli atenei del Centro che hanno perso il 1,2% e del Sud con un calo dello 0,1%. La flessione negli atenei del Mezzogiorno, spiegano dal Censis, si inquadra all’interno di un fenomeno tradizionale: la elevata percentuale di studenti meridionali in mobilità extra-regionale. Nell’ultimo anno più del 23% è andato a studiare in una regione diversa da quella di residenza, a fronte dell’8,5% dei colleghi settentrionali e del 10,8% di quelli residenti nelle regioni centrali. Fuga dall'università L'effetto Covid potrebbe investire anche le università, si teme infatti un calo nelle immatricolazioni pari a 9500 iscritti in meno. Circa 6300 iscrizioni verrebbero a mancare tra gli studenti del Sud, oltre 3mila al Nord: un allarme forte con cui fare i conti. E' stata ampliata la no tax area esentando dalle Tasse universitarie tutti i redditi Isee fino a 20mila euro, fino allo scorso anno si arrivava a 15mila. Ma potrebbe non bastare, per arginare la fuga di studenti serviranno manovre ad hoc, messe in campo dai singoli atenei. Dal meridione partono incentivi mirati per far tornare a casa i fuori sede che hanno scelto l'università nelle regioni del Nord. E’ il momento del controesodo dal Nord al Sud? I dati del Censis fotografano la realtà universitaria vissuta fino ad oggi ma ora le cose potrebbero cambiare. L’effetto Covid da un lato spinge ad evitare gli spostamenti e dall’altro mette in crisi le famiglie che potrebbero così rinunciare a far studiare i figli fuori sede. La vita di uno studente fuori sede prevede infatti, oltre ai costi delle tasse universitarie, anche quelle dell’affitto e degli spostamenti. Dalla Sicilia alla Puglia e alla Basilicata sono stati avviati incentivi importanti fino all’esenzione totale dalle tasse per gli studenti che fino allo scorso anno erano immatricolati altrove. Un modo per riportare in casa gli studenti andati a studiare altrove.

GRANDI ATENEI
Bologna, prima tra i mega atenei statali. Sapienza quarta. Rientrano nei mega atenei statali le università con oltre 40.000 iscritti. Tra questi mantiene in prima posizione l’Università di Bologna, con un punteggio complessivo pari a 90,8. Seguono, come l’anno scorso, l’Università di Padova con 88,7 e, al terzo posto l’Università di Firenze. La Sapienza di Roma è stabile al quarto posto, ma ottime il punteggio più alto per le borse di studio, seguita dall’Università di Torino, che sale dal settimo al quinto posto e supera Pisa che retrocede al sesto. Ultima tra i mega atenei statali è l’Università di Napoli Federico II, preceduta dall’Università di Catania. L’Università di Bari è terzultima e sostituisce la Statale di Milano, che guadagna una posizione.

Perugia prima tra i grandi atenei statali: Cagliari perde per le borse di studio, Salerno sale per i servizi agli studenti. L’Università di Perugia è ancora al vertice della classifica dei grandi atenei statali, quelli con un numero di iscritti compreso tra 20.000 a 40.000. Tiene la seconda posizione l’Università della Calabria e mantengono la terza e la quarta posizione le Università di Parma e di Pavia. Al quinto posto si afferma l’Università di Modena e Reggio Emilia, che rimpiazza l’Università di Cagliari, scivolata in nona posizione, soprattutto a causa della perdita di 13 punti per borse di studio e altri interventi in favore degli studenti e di 5 punti nell’internazionalizzazione. Segue al sesto posto l’Università di Salerno, che guadagna otto posizioni grazie agli incrementi dei punteggi per borse di studio, strutture, servizi digitali. Penultima tra i grandi atenei è l’Università di Roma Tre. Chiudono la classifica, con il punteggio ex aequo, le Università della Campania e di Chieti e Pescara. Trento sale in prima posizione e fa scivolare Siena, tra i medi atenei statali.
ATENEI MEDI
Trento a guidare la classifica dei medi atenei statali, da 10.000 a 20.000 iscritti, con un incremento di 9 e 7 punti rispettivamente negli indicatori relativi alle strutture per gli studenti e all’internazionalizzazione, l’ateneo guadagna due posizioni rispetto allo scorso anno e rimpiazza l’Università di Siena, che passa al secondo posto.
La terza posizione è condivisa dagli atenei friulani: l’Università di Trieste e l’Università di Udine ottengono lo stesso punteggio e sono entrambe in ascesa, provenendo dalla quarta (Trieste) e dalla nona posizione (Udine): borse di studio, strutture per gli studenti, comunicazione e servizi digitali sono gli indicatori che, con diversa intensità, hanno agevolato la scalata della classifica. Invece scende dalla seconda alla quinta posizione l’Università di Sassari, penalizzata dalla perdita di 12 punti nell’indicatore sulla internazionalizzazione. Chiudono il ranking, rispettivamente all’ultimo, penultimo e terzultimo posto, l’Università di Napoli L’Orientale, l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e l’Università di Napoli Parthenope.
ATENEI PICCOLI
Camerino al top tra i piccoli atenei statali, podio invariato con Foggia e Cassino Nella classifica dei piccoli atenei statali, fino a 10.000 iscritti, primeggia anche quest’anno l’Università di Camerino e anche la seconda e la terza posizione restano invariate rispettivamente con l’Università di Foggia e l’Università di Cassino a pochissima distanza.

Il quarto e il quinto posto sono occupati dalle Università della Basilicata e dell’Insubria, che risalgono ciascuna di due posizioni. In penultima e ultima posizione ci sono rispettivamente l’Università del Sannio e l’Università del Molise. Milano prima tra i Politecnici, scende Venezia Al primo posto il Politecnico di Milano e al secondo il Politecnico di Torino che fa retrocedere in terza posizione lo Iuav di Venezia, seguito dal Politecnico di Bari, che chiude la classifica.

Ultimo aggiornamento: 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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