Castello dei Cararresi, riaffiorano affreschi e reperti: da fortezza del '300 a carcere-fabbrica delle bici Graziella

Sabato 12 Dicembre 2020 di Nicoletta Cozza
L'assessore Colasio sui resti della lavanderia del carcere demolita: qui sarà realizzato un grande spazio verde

PADOVA - Gli affreschi sono ri-affiorati dagli strati di intonaco sovrapposti nei secoli. E dagli anfratti più remoti sono emersi oggetti che rievocano il passato: per esempio, i letti di contenzione in ferro, i ganci per appendere i telai delle biciclette dopo la cromatura, i ventilatori e i manifesti, che mettono insieme sacro e profano, cioè santi e donne nude, che venivano affissi alle pareti delle celle, da cui sono stati staccati come fossero affreschi. Perché quel sito, avendo avuto vocazioni diverse, trasuda di storia e di narrazioni. Che ora riemergeranno per essere raccontate ai visitatori. Al Castello dei Carraresi, infatti, è in corso la poderosa opera di recupero e di rilancio a cui da anni sta lavorando con passione l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. E nell’ambito degli interventi del primo stralcio è stata effettuata un’operazione fondamentale, cioè la demolizione della lavanderia che veniva utilizzata quando l’antica struttura era una casa di reclusione. Dove c’erano le lavatrici, quindi, verrà realizzato un grandissimo spazio verde, parte del quale servirà da plateatico per le strutture ricettive previste all’interno. Letti, ganci e manifesti, invece, saranno il corredo della “sala della memoria” in una delle ali del Castello. Il percorso di recupero evidenzierà le caratterizzazioni del luogo nel corso del tempo: prima castello medioevale, poi carcere-fabbrica con l’insediamento della Rizzato che produceva bici, tra cui la Graziella, e infine il design.

Come previsto dall’accordo con il Demanio, il complesso ora è di pertinenza del Comune, salvo la Casa dell’Astronomo e quella del Moninzioniere che resteranno in uso all’Osservatorio Astronomico.

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PARTICOLARI SEGRETI
«La lavanderia - ricorda Colasio - risale agli anni Cinquanta, mentre nell’Ottocento il posto veniva usato come asciugatoio per i panni. Diventerà a breve un’oasi verde visibile dall’ingresso, con il plateatico per caffetteria e ristorante: quest’ultimo sorgerà su due piani, e sulla sommità avrà una grande terrazza da cui si potrà dominare il complesso Carrarese, confinante con la chiesa del 1832 che diventerà auditorium. Stiamo pulendo tutti gli spazi dalle superfettazioni, tra cui gli intonaci dell’Ottocento, levando i quali abbiamo messo a nudo le pareti del Trecento. E tutto ciò che non ha un senso storico viene eliminato». «Sta riemergendo la bellezza del sito - ha proseguito Colasio - e abbiamo scoperto tanti particolari sconosciuti, come delle piccole nicchie che resteranno visibili. Il restauro conservativo è propedeutico alla creazione degli spazi allestitivi».
Di sicuro al Castello Carrarese troveranno accoglienza 3mila pezzi della collezione Bortolussi, mentre altre sale saranno destinate alle opere di personalità che hanno segnato la vita artistica della città, tra cui “Gruppo N” e “De Poli”.

 

ESPOSIZIONE DI REPERTI
«Al pianterreno - ha detto ancora Colasio - avremo un bookshop dove si venderanno libri, ma anche oggetti di design, ad esempio la caffettiera Alessi, di piccole e medie dimensioni. Un’altra curiosità è il fatto che le lamiere che costituivano il montacarichi sono state salvate, e serviranno all’artista Simone Berno per fare un’opera d’arte che resterà al Castello. Domenica, io e un gruppo di volontari abbiamo lavorato proprio per mettere in sicurezza numerosi reperti che poi esporremo, tra cui degli oggetti in uso ai detenuti come i “buglioli”, vasi dove facevano i loro bisogni, destinati a essere re-inseriti nella sala della memoria carceraria»,
Il primo stralcio dei lavori è costato 5 milioni e 400mila euro e il secondo, in fase di preparazione, prevede un esborso di 5 milioni e 100. «Per il terzo sul lato nord - ha concluso Colasio - siamo a caccia di 6/7 milioni. Poi il Castello tornerà quell’”Ovra meraveiosa” com’era definito nel Trecento, epicentro dell’itinerario turistico dell’Urbs Picta, a metà strada tra gli Scrovegni e la Cittadella Antoniana».
 

Ultimo aggiornamento: 07:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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