Padova. Il Castello Carrarese torna ai padovani: «Chiederemo all'Unesco che diventi il nono sito dell'Urbs Picta»

Concluso l'iter burocratico dopo 20 anni, ora è di proprietà del Comune di Padova

Giovedì 10 Novembre 2022 di Nicoletta Cozza
L'interno del Castello Carrarese (foto d'archivio)

PADOVA - Il Castello Carrarese è del Comune. Un iter iniziato 20 anni fa e culminato ieri con la firma in calce al documento che, indicando impegni e tempi da rispettare per il recupero e la restituzione alla città, sancisce in via definitiva il passaggio di proprietà dell'antico edificio valutato circa 35 milioni di euro. Ci vorranno ancora 3-4 anni per completare il restauro che costerà 15 milioni e 800 mila euro, ma prima, cioè nel momento in cui sarà possibile aprirlo al pubblico, verrà inoltrato alla Commissione Unesco il dossier per farlo proclamare nono sito dell'Urbs Picta, l'itinerario trecentesco già Patrimonio Mondiale dell'Umanità. A sottoscrivere l'atto, alla presenza del segretario generale Giovanni Zampieri e dell'assessore alla Cultura Andrea Colasio che da anni si batte per il raggiungimento dell'obiettivo, sono stati il capo settore Patrimonio e Partecipazioni Luca Contato e il direttore della Direzione Regionale Veneto dell'Agenzia del Demanio Massimo Gambardella. Tra le prescrizioni c'è il programma di valorizzazione che dovrà essere completato entro 11 anni; in aggiunta andrà tassativamente recuperata la memoria del sito relativa al periodo in cui era adibito a penitenziario, attraverso la raccolta di testimonianze e oggetti legati a questa funzione.

Il Castello, elemento d'identità

«Nel Duemila raccontavamo che l'identità padovana era in frantumi perché il Castello era l'emblema di qualcosa che avevamo perduto - ha commentato Colasio - cioè la consapevolezza di essere una grande capitale artistica e culturale del Trecento, che poi abbiamo riscoperto grazie al percorso che ci ha portato al riconoscimento Unesco dell'Urbs. Sette secoli fa era l'elemento connotativo della città, il luogo che identificava Padova. Poi è stato trasformato in carcere da Napoleone, e quindi dimenticato da tutti. Vent'anni fa l'allora ministro della Giustizia Castelli era convinto che fosse una struttura da conferire in permuta a un'impresa barese in cambio di un carcere in Puglia, ma una grande battaglia parlamentare condotta da tanti deputati padovani e tutti insieme siamo riusciti a far sì che fosse trasferito prima al ministero della Cultura e adesso al Comune, grazie alla presentazione di un progetto di valorizzazione riconosciuto valido dalla Soprintendenza e dal Demanio. In pratica da oggi torna ai legittimi proprietari che sono i padovani».
«Per me vale molto di più dei 35 milioni che è stato stimato - ha detto ancora l'assessore - tra qualche anno i visitatori troveranno al suo interno un grande centro per il design e probabilmente la collezione Vaf, una delle più importanti a livello nazionale di arte contemporanea, e una sezione dedicata al Trecento. Padova si reinventa e fa un ulteriore salto di qualità, con questi 12 mila metri quadrati e 74mila metri cubi. Viene restituita al mondo un'immane struttura espositiva a metà strada tra gli Scrovegni e la cittadella antoniana.

Prima l'Urbs Picta e ora il Castello: la nostra si caratterizza sempre più come una delle città d'arte più importanti».

L'iter

Gambardella, invece, ha fatto il punto sull'iter culminato con il passaggio di proprietà. «Sono atti complessi - ha evidenziato - che necessitano di percorsi articolati, però nella fattispecie siamo arrivati al risultato. Di operazioni come questa ne sono state fatte davvero poche per cui siamo felici e grati all'amministrazione perché ha avuto l'esito sperato un'iniziativa finalizzata alla valorizzazione del bene all'interno del tessuto urbano, cosa che lo Stato non avrebbe potuto fare in quanto non rientra nei suoi obiettivi. E adesso pure il reperimento delle risorse per riqualificarlo sarà più semplice». 
L'Agenzia del Demanio nel 2006 aveva consegnato il Castello al ministero della Cultura, il quale successivamente aveva sottoscritto 2 due protocolli di intesa con il Comune per il restauro. Dopo una serie di altri passaggi burocratici, nel 2018 Palazzo Moroni aveva richiesto l'acquisizione a titolo gratuito dell'immobile e si è arrivati al 2021 con la sottoscrizione dell'accordo di valorizzazione, approvato in precedenza dal consiglio comunale. L'altro ieri il dicastero della Cultura ha riconsegnato all'Agenzia del Demanio il Castello in modo da procedere con il trasferimento della proprietà, avvenuto ieri. 

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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