Casetta Michelino, "buco" di 3 milioni nella onlus fondata da don Contin

Venerdì 20 Gennaio 2017 di Luca Ingegneri
Casetta Michelino, "buco" di 3 milioni nella onlus fondata da don Contin
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Don Andrea Contin avrebbe attinto a piene mani dai conti di Casetta Michelino le risorse necessarie a finanziare viaggi e week-end a luci rosse. La casa per l'assistenza agli anziani di Pontevigodarzere, di cui l'ex parroco è stato il fondatore - nel 2004 - e amministratore fino a qualche settimana fa, rappresentava la sua cassaforte. Evidentemente con lo stipendio da parroco o con le risicate finanze della comunità di San Lazzaro don Contin non avrebbe potuto garantirsi un tenore di vita così elevato, con soggiorni in hotel e resort a cinque stelle dove praticava sesso con le sue amanti. Attraverso l'associazione Progetto Senes, creata appositamente per la gestione del centro diurno, l'ex parroco ha beneficiato negli anni di contributi pubblici, sia regionali che comunali. Casetta Michelino ha inoltre messo in piedi in oltre un decennio una serie di attività in grado di produrre reddito. Con simili garanzie l'amministratore del centro diurno, fiore all'occhiello del quartiere, aveva quindi libero accesso al credito. Oggi però i conti di Casetta Michelino hanno assunto le sembianze di una voragine. Perché, a fronte di affidamenti per tre milioni di euro, le casse piangono. E lo scoperto del conto dell'associazione si aggira proprio sulla stessa cifra. È questo il fronte caldo dell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Roberto Piccione, con accuse che potrebbero subìre nelle prossime settimane una completa rivisitazione. Carabinieri e finanzieri stanno analizzando nel dettaglio i conti della struttura per capire che fine abbia fatto il fiume di denaro erogato dalla banca sotto forma di affidamenti. È tra le pieghe di quella movimentazione bancaria che si celano con tutta probabilità le spese pazze di don Andrea, abituato al lusso sfrenato. Don Contin non ha fin qui fornito agli investigatori alcuna spiegazione sul suo tenore di vita, ingiustificato con il modesto stipendio da parroco. Ma l'ex parroco di San Lazzaro non avrebbe raccontato la verità neppure sulle sue amanti. Nel giorno della perquisizione choc in canonica ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con cinque parrocchiane e di avere filmato gli incontri hard, avvenuti in compagnia di altri uomini, anche di colore. In realtà l'elenco delle sue amanti è salito a quota diciotto. Tante sono le donne identificate e interrogate. Avrebbero tutte ammesso di aver avuto una relazione con Don Andrea. Il sacerdote avrebbe consumato rapporti sessuali anche con un trans. L'amico don Roberto Cavazzana, parroco di Carbonara di Rovolon, non sarebbe stato da meno. Quindici le sue amanti di cui gli investigatori dell'Arma possiedono le generalità. Qualcuna di queste donne sarebbe stata in comune tra i due presbiteri. All'appello mancano pure altri sacerdoti, abituali frequentatori dei festini hard. È una certezza tra le mani degli inquirenti, impegnati in queste ore nella loro identificazione. Un contributo decisivo in tal senso potrebbe arrivare dalla decodificazione delle memorie del computer, dell'I-pad e dei telefoni sequestrati a don Andrea. 
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