Casa di riposo, un altro infettato: i positivi salgono a 60. Attesa per 18 tamponi. Allerta in tutte le Rsa

Lunedì 1 Novembre 2021 di Elisa Fais - Nicola Benvenuti
CONSELVE - Continuano a crescere i casi di Covid 19 alla casa di riposo Monsignor Beggiato
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CONSELVE - Aumentano, seppur di poco, i contagiati alla casa di riposo Monsignor Beggiato di Conselve: ora sono 60 gli ospiti positivi, oltre a otto dipendenti, ma nella giornata di ieri altri due operatori socio-sanitari, a casa in riposo, hanno accusato alcuni sintomi e sono stati inviati a Schiavonia per fare il tampone molecolare.
Mancano però all’appello ulteriori 16 tamponi molecolari, i cui risultati sono stati sollecitati alla Ulss 6 dagli stessi medici dell’Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) arrivati ieri nella struttura. 


L’ALLERTA
La situazione di Conselve ha fatto salire il livello di allerta in tutte le Rsa (residenze sanitarie per anziani) della provincia, dove al momento non si segnalano situazioni di emergenza, ma comunque le misure di vigilanza sono state rafforzate. Oltre la metà degli ospiti della Beggiato ha contratto la malattia: per uno di loro si è reso necessario il ricovero in ospedale, mentre per la maggior parte i sintomi sono lievi o addirittura assenti. 
È stata creata una zona rossa destinata ai positivi, che occupa due piani dello stabile di via Traverso, mentre altri due sono riservati ai negativi.

Per ironia della sorte la Beggiato, con circa 120 posti letto e una ottantina di dipendenti, nelle precedenti fasi del Coronavirus era rimasta praticamente indenne: nessun decesso e pochissimi positivi, sia tra gli ospiti che tra gli operatori, meno di una decina in tutto, grazie all’applicazione di un rigido protocollo, che in questa occasione però sembra non essere bastato. Tra l’altro tutti gli ospiti e gli operatori risultati positivi sono vaccinati con due dosi. Ad alcuni poi è stata inoculata anche la terza, ma solo da pochi giorni, e per questo la copertura non ha ancora raggiunto l’apice. Sospese le visite dall’esterno.


LA SPIEGAZIONE
«Siamo davvero stupiti –afferma il vice presidente della casa di riposo, Massimo Paoni, che insieme al direttore Antonio Rizzato sta seguendo l’evoluzione della situazione–. Oggi (ieri, ndr) dovremmo l’esito dei tamponi mancanti e avremo una idea completa dello stato di fatto. Stiamo seguendo gli stessi protocolli, molto rigidi peraltro, che nelle fasi più acute della pandemia ci avevano preservato dal diffondersi del virus, cosa che invece sembra non essere avvenuta in questa occasione». 
Per Paoni “È positivo il fatto che i sintomi riscontrati siano lievi in quasi tutti i nostri ospiti, segno dell’utilità del vaccino. Desidero anche sottolineare l’abnegazione del nostro personale, che anche in questa occasione, come pure in passato, si sta adoperando al massimo per ridurre i disagi dei residenti».
Il servizio viene assicurato nei termini abituali grazie alla disponibilità del personale che non ha contratto la malattia e che si è messo a disposizione.
Il nuovo cluster alla Beggiato solleva inevitabilmente la questione dell’efficacia della copertura vaccinale, specie nei soggetti più avanti con l’età.


L’ESPERTA
«Negli anziani e nei pazienti considerati vulnerabili, la terza dose di vaccino ha l’obiettivo di garantire una migliore risposta immunitaria e, quindi, aumentare la protezione nei confronti dell’infezione».
Lo spiega la dottoressa Maria Angiola Crivellaro, responsabile del servizio di Allergologia di Medicina del lavoro dell’Azienda ospedaliera, che continua a seguire la campagna vaccinale dedicata ai pazienti fragili o con criticità di natura allergica. «Sappiamo che il vaccino è sicuro ed efficace –continua Crivellaro– e chi è vaccinato con la terza dose corre molti meno rischi di sviluppare la malattia in forma grave,, di dover ricorrere alle terapie intensive o di morire di Covid. Recenti studi evidenziano che dopo il sesto mese dal completamento del ciclo vaccinale, la produzione anticorpale si riduce. Questo non significa che non vi sia risposta in caso di infezione, ma la protezione nei confronti delle forme gravi da variante tende ad affievolirsi».
«La risposta immune dopo la terza dose è più alta di quella osservata dopo la seconda dose –prosegue–. In occasione del Congresso nazionale di allergologia e immunologia clinica, che si è tenuto qualche settimana fa a Bari, abbiamo condiviso con colleghi immunologi di fama nazionale e internazionale i dati scientifici che documentano l’efficacia del vaccino anche verso le varianti del virus perché lo stimolo antigenico di base è comune».

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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