Braccio di ferro sul salario: sciopero alla Antonio Carraro di Campodarsego

Sabato 11 Febbraio 2023 di Luca Marin
Braccio di ferro sul salario: sciopero alla Antonio Carraro di Campodarsego

CAMPODARSEGO (PADOVA) - I lavoratori e i sindacati della Fiom e della Fim della Antonio Carraro di Campodarsego hanno proclamato per lunedì prossimo quattro ore di sciopero per manifestare il loro dissenso per quanto riguarda il salario, il premio di risultato e il costo della mensa passato da 0,26 euro a 2,60 euro al giorno a testa, pari a oltre 500 euro in più di spesa all'anno.

I 536 metalmeccanici che lavorano nel sito di via Caltana sciopereranno dalle 8.30 alle 12.30 e si riuniranno dalle 8.30 alle 10.30 davanti ai cancelli dell'azienda, famosa in tutto il mondo per i suoi trattori. Dopo il presidio la protesta delle tute blu proseguirà con un volantinaggio al mercato settimanale in piazza a Campodarsego.


I MOTIVI
«I lavoratori e le organizzazioni sindacali da mesi chiedono l'apertura di una trattativa per il ripristino del contratto integrativo, annullato unilateralmente dall'Azienda nel 2017- spiegano i promotori dello sciopero -. La disdetta dell'integrativo ha determinato una perdita di retribuzione per gli assunti dopo il 2017. L'Azienda, dopo diversi scioperi interni, si è seduta al tavolo e ha proposto di trasformare in welfare parte della retribuzione dei lavoratori assunti prima del 2017, per poi redistribuire questo risparmio contributivo ai nuovi assunti. L'Azienda non è disposta a tirar fuori un euro per nessun lavoratore e ha lanciato questa provocazione inaccettabile per la quale il premio di risultato se lo debbano pagare lavoratrici e lavoratori di tasca propria. Oltre a tutto ciò, in un periodo che registra un repentino incremento del costo della vita, si è aggiunta la beffa dell'aumento per il pasto in mensa». I sindacati sostengono che l'azienda Carraro negli ultimi 6 anni sia arrivata a un utile di 18,2 milioni di euro, che gli operai realizzino 22 trattori al giorno e all'anno si raggiungano 33.340 euro di valore aggiunto (prodotto all'anno da ognuno dei dipendenti). «A fronte di tutto questo però commentano i sindacati - il rispetto dell'azienda per l'impegno e la produttività dei lavoratori e delle lavoratrici è pari a zero».


LA RISPOSTA
La direttrice dell'azienda, Liliana Carraro, risponde: «Purtroppo sono aumentati i costi dei generi alimentari del 20% e vogliamo migliorare la qualità del servizio in mensa che oggi, con questo nuovo catering, non ci soddisfa spiega l'imprenditrice della Carraro - Vogliamo migliorare anche gli ambienti dove si mangia e non è semplice: in tre anni siamo passati da 600 a 536 lavoratori. Ci siamo confrontati con altre realtà come la Landini di Modena dove si pagano 4 euro al pranzo. Mi rendo conto che è un forte aumento ma non abbiamo alternative. Prima con 0,26 euro a persona si pagava troppo poco e alla fine bisogna far quadrare i conti». Per quanto riguarda la richiesta di maggior retribuzione in busta e la rinuncia ai benefit aziendali, Carraro è disponibile al dialogo. Incassare il welfare per il lavoratore significa godere per intero del potere d'acquisto del premio, mentre lo stesso importo se entra in busta paga come premio automaticamente si dimezza perché viene tassato. «Non importa - annuncia l'imprenditrice di Campodarsego -. Noi su questo punto faremo come vogliono i nostri dipendenti. D'altronde abbiamo tutto l'interesse di accontentarli: per l'azienda il capitale umano è il fattore primario della nostra produzione. Se i nostri collaboratori preferiscono i soldi anziché la piattaforma del welfare, li soddisferemo».

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