Caro energia, spento il forno: «Non faccio più il pane, vendo quello altrui»

Il panificio funziona da 40 anni ma ora, dice il titolare, sono insostenibili i costi per tenere in vita la panificazione, "Vediamo se restiamo a galla, cerchiamo così di non far morire il paese". Con il "Cafè" spariti anche i mitici tramezzini e le ottime pause pranzo. Il sindaco: "Senza queste attività è degrado"

Giovedì 12 Gennaio 2023 di Lorena Levorato
Il sindaco Zordan con il panettiere Calipari a Vigodarzere

VIGODARZEREInsostenibilità energetica: il caro bollette fa altre due vittime. Il panificio Calipari non produrrà più fragranti pagnotte e filoncini, ma si trasformerà in una rivendita di pane. Addio anche ai gustosi tramezzini e ai caffè del bar Cafè Roma di Vittorio e Franca. Due storiche attività si sono trovate a dover fare i conti con gli aumenti spropositati delle bollette di luce e gas.

Senza contare che alle spese eccessive degli ultimi mesi si sono aggiunti i guadagni sempre più scarsi.

«Cerco di non far morire Tavo»

E così, a Tavo, il panificio di Francesco Calipari ha scelto di smettere con la produzione del pane in proprio e di diventare rivendita, «perché i costi dell'energia non rendono più economicamente sostenibile tenere un forno in funzione mantenendo i prezzi del pane invariati - dice amareggiato Francesco, 60 anni -, il panificio c'è da 40 anni e da 20 sono subentrato io: ho deciso di non chiudere per non far morire il paese, ma è difficile e vediamo se riusciamo a restare a galla. Sono anche disposto ad ampliare l'offerta commerciale, introducendo nel negozio anche nuove tipologie merceologiche se la clientela lo richiederà, proprio per non chiudere il panificio che è punto di riferimento per la frazione. Purtroppo il caro bollette ci ha letteralmente tagliato le gambe».

Cafè Roma, tramezzini e pause pranzo addio

Lo scorso 31 dicembre il Cafè Roma, nella centralissima via Roma ha abbassato definitamente le serrande: i costi di gestione, l'aumento delle bollette e delle materie prime e l'affitto non erano più sostenibili. Un altro duro colpo per gli avventori che trovavano nel bar di Vittorio Tiani e della moglie Franca Agostini, residenti a Vigonza, un vero e proprio luogo di incontro. La coppia ha preparato per anni sfiziose pause pranzo e gustosi tramezzini per i clienti che ora, dicono, si sentono orfani.
«Dietro a ogni saracinesca che si abbassa aggiunge il sindaco Zordan ci sono persone che rimangono senza lavoro e arriva il degrado nel quartiere. A fine anno il bar Roma ha cessato la propria attività: ringraziamo Vittorio e Franca per gli anni di attività nel nostro territorio, augurando loro una buona vita personale e professionale. I residenti devono iniziare a sostenere i negozi di vicinato, altrimenti queste realtà scompariranno e saremo costretti a vedere spenti i centri abitati dei nostri paesi. Invito i concittadini a non lasciare sole le attività e i negozi di vicinato: comperiamo a Vigodarzere e sosteniamo le nostre botteghe».

Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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