Caro bollette, scuole superiori chiuse al sabato: un coro di sì

Giovedì 1 Settembre 2022 di Gabriele Pipia
Scuole chiuse al sabato: lo propone la Provincia di Padova (foto d'archivio)

PADOVA - Il fronte favorevole si allarga seguendo la scia tracciata dalla Provincia, dal Comune di Padova e da molti presidi. Anche la maggior parte del personale scolastico vede di buon occhio l’introduzione per gli istituti superiori della settimana corta dal lunedì al venerdì.

Il coro di “sì” viaggia insistentemente nelle chat degli insegnanti e ora una piena apertura arriva anche dai principali sindacati che rappresentano docenti, bidelli e impiegati. Tra una settimana è previsto il vertice decisivo a Palazzo Santo Stefano con al tavolo tutti i dirigenti scolastici ma intanto la proposta di tenere le scuole chiuse il sabato per risparmiare sulle maxi-bollette sta acquisendo ora dopo ora sempre più forza. 

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IL PERSONALE
Ha pochi dubbi Sandra Biolo, segretaria regionale della Cisl Scuola. «La settimana corta viene già adottata in moltissimi istituti comprensivi, anche alle scuole medie. L’organizzazione funziona e potrebbe funzionare anche alle superiori - dice convinta -. Il vantaggio sarebbe grande per il personale Ata che potrebbe concentrarsi in cinque giorni e ci sarebbero così più persone in servizio. Andrebbe sicuramente bene anche per i docenti che non avrebbero più il problema del giorno libero visto che sarebbe sicuramente il sabato. L’importante - sottolinea Biolo - è riuscire ad adattare il nuovo orario ai ragazzi. Servono due momenti ricreativi e bisogna trovare le modalità giuste per non penalizzare la didattica. Però sì, nel complesso questa soluzione potrebbe portare dei benefici economici alla Provincia e credo sia assolutamente fattibile». 

I CONSIGLI D’ISTITUTO
Più prudente ma comunque possibilista Mara Patella, segretaria provinciale della Flc Cgil Scuola. «La decisione spetta ai Consigli d’Istituto. Dispiace che alla scuola si chiedano nuovamente scelte per ottenere dei risparmi economici mentre sarebbe necessaria una pianificazione a lungo termine, ma di sicuro da parte nostra c’è l’apertura per discuterne. La nuova organizzazione sarebbe positiva per gestire al meglio il personale in servizio, in ogni caso è giusto che sia una scelta collegiale e condivisa». 
La sindacalista della Cgil poi punge ancora le istituzioni: «Un po’ di freddo diversi studenti lo hanno patito anche nell’ultimo anno visto che in alcuni istituti c’erano meno di 18 gradi. Non tutti gli edifici sono stati adeguati dal punto di vista termico». 

L’ATTESA
Il provveditore Roberto Natale preferisce attendere la riunione del 18 settembre, intanto però diversi presidi hanno già iniziato a fare le prime simulazioni per immaginare un nuovo orario calcolato su cinque giorni. Il nuovo anno scolastico partirà in tutto il Veneto lunedì 12 settembre e per il primo mese sarà in vigore l’orario provvisorio su sei giorni. L’eventuale rivoluzione scatterà tra ottobre e novembre.
Vincenzo Gottardo, presidente reggente della Provincia di Padova, è uno dei grandi fautori della settimana corta e ora aggiunge un dettaglio: «Bisognerà ragionare parallelamente sul trasporto pubblico locale sia urbano che extraurbano. Il tavolo dell’8 settembre vedrà presenti i dirigenti scolastici e i tecnici dei trasporti della Provincia, poi se verrà perseguita la strada della settimana corta avvieremo un nuovo confronto convocando anche Busitalia». 

IL RAGIONAMENTO
Il calcolo economico alla base di quesa idea è stato spiegato nei giorni scorsi da Alessandro Bisato, consigliere provinciale all’Edilizia scolastica: «Per scaldare i nostri 60 plessi scolastici servono diciottomila euro al giorno. Significa due milioni e mezzo di euro per l’intera stagione autunno-inverno. Chiudere le scuole per 22 sabati ci permetterebbe di risparmiare 400mila euro».
Intanto però si registrano anche voci fortemente contrarie. Miriam Agostini, referente padovana dell’associazione dei genitori Fopags, è tra le più combattive: «Non ne possiamo più di vedere scelte economiche sulla pelle dei ragazzi». Anche la consigliera leghista Eleonora Mosco si è espressa criticando aspramente l’ipotesi. Ancora una settimana di attesa e poi l’orientamento della Provincia sarà chiaro. 

Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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