La pasticcera Luni: «Sta aumentando tutto e noi ancora a riflettere se aumentare il caffè di 10 centesimi»

«Siamo preoccupatissimi, soprattutto per la stagione autunno-inverno e continuano ad arrivarci comunicazioni di aumento dei costi delle materie prime»

Giovedì 25 Agosto 2022 di Alberto Degan
Federica Luni
2

PADOVA - Maxi bollette, difficoltà a pagare i tributi e l'incubo degli approvvigionamenti autunnali. Federica Luni, titolare della pasticceria Estense di via Forcellini assieme al fratello Francesco, scuote la testa: «Andare avanti così è dura».

Cosa sta succedendo?
«Siamo preoccupatissimi, soprattutto per la stagione autunno-inverno e continuano ad arrivarci comunicazioni di aumento dei costi delle materie prime: la farina costava 60 cent ora ci troviamo a 2 euro al kilogrammo.

Abbiamo raggiunto livelli di aumento mai visti, basti pensare al prezzo del latte che a cominciare da dicembre ha avuto tre aumenti: dell'11%, del 7% a marzo e nuovamente del 10% a giugno. E non stiamo parlando solo delle materie prime, io le scatole di cartone per le torte le pago più di 1,30 euro rispetto ai 0.90 di un tempo».

Ci sono locali che hanno scelto di modificare gli orari di apertura e si parla di aumentare i costi dei prodotti...
«Soluzioni affidabili non ce ne sono. Puoi ridurre gli orari di apertura del locale per risparmiare sulle luci e sul personale, puoi anche eliminare alcuni prodotti in vendita e così ridurre l'assortimento, però alla fine è comunque un dramma. Ti arrivano bollette di punto in bianco che non ti aspetti, nel mio caso siamo passati da 1.800 euro a 6mila e non solo io, tutti abbiamo avuto aumenti del 300%. Una situazione, quella del caro bollette come anche dei tributi comunali, che si ripercuote anche sulle famiglie. Questo vuol dire che il potere d'acquisto del consumatore finale sta diminuendo».

Ciò va ad influire anche sulle possibilità di fare investimenti?
«Tutti gli investimenti programmati per il futuro di noi piccoli imprenditori sono stati bloccati indefinitamente a causa dell'aumento dei costi. La conseguenza è un relativo blocco degli altri settori: se io non acquisto attrezzature nuove o se non faccio il rinnovo del locale, non ci perdo solamente io, ma anche le relative aziende a cui assegno l'incarico. Siamo come un domino, se cade la prima pedina poi cadono tutte le altre».

La situazione, da come la descrive, sembra senza via di scampo. Cosa si può fare a riguardo?
«In questo momento ci appare chiaro come mai prima d'ora che il nostro settore sembra funzioni da ammortizzatore sociale: tutti hanno aumentato i prezzi in risposta, ma noi siamo ancora fermi a domandarci se aumentare o no il caffè di 10 centesimi. Per questo motivo abbiamo indetto una riunione del direttivo Appe e una seconda riunione il primo settembre con i pasticceri di Padova, forse la prima riunione di settore mai fatta. Siamo stanchi di usare il guanto di velluto e di mantenere la testa bassa, ora è il momento di far sentire la nostra voce e di esporre chiaramente le nostre richieste al governo».

Cosa farete?
«Vediamo, di sicuro qualcosa va fatto. Perché così non andiamo da nessuna parte».

Ultimo aggiornamento: 17:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci