Caro bollette, sui Colli c'è chi pensa di aumentare i prezzi: «A tavola i clienti consumano meno»

Ma qualcuno non si adegua ai colleghi: «Si rischia di lavorare meno»

Domenica 4 Settembre 2022 di Lucio Piva
Il ristorante Ballotta a Torreglia (foto d'archivio)
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TERME EUGANEE - La bolletta dell'elettricità di luglio, triplicata rispetto ad un anno fa, è di quelle che tolgono il fiato. E promette rincari ulteriori nel conto di agosto, prima della mazzata del riscaldamento attesa ad ottobre. Il caro energia e materie prime rappresenta l'altra faccia di una stagione da incorniciare per il numero delle presenze, tanto da riservare il quasi tutto esaurito anche nei week end di settembre. «La bolletta Enel di luglio - ha spiegato Andrea Legnaro, gestore dell'Antica Trattoria da Ballotta a Torreglia e delle Osterie Meccaniche di Abano - è stata il preavviso di una tempesta. I 2.500 euro di un anno fa sono di colpo diventati 7.800.

E in un solo mese il gas è schizzato da 2.500 a 3.500, preannunciando cifre pazze per i prossimi mesi. Se la marcia dei prezzi dovesse andare in questa direzione non ci sarebbe più ricavo. Se aggiungiamo l'impennata delle materie prime, è facile capire come dalla spirale dei rincari sia impossibile uscire».

«La gente ordina di meno»

L'aumento dei prodotti alimentari è l'altro duro colpo assestato ai ristoratori. «Il pesce - ha sottolineato Nicola Lionello, titolare del ristorante da Taparo e presidente delle Tavole Tauriliane di Torreglia - è quasi insostenibile. Per non parlare della carne. Il rincaro del 2% o 3% dei prezzi all'ingrosso era fisiologico da un anno all'altro. Ma ora i listini presentano incrementi del 15%. Nulla rispetto al costo di materie prime come l'olio che fino a poco fa era addirittura introvabile». Mantenere la barca in equilibrio per i ristoratori è sempre più difficile. Anche se c'è chi si sta sforzando di riversare il meno possibile l'aumento dei costi sul conto del cliente. «Sto cercando - osserva Nicola Pellizzari, titolare dell'omonimo ristorante di Montegrotto - di mantenere i costi allo stesso livello. Aumentare il conto significherebbe lavorare sicuramente meno. E non mi sento di farlo soprattutto quanto vedo famiglie che scelgono il menù a prezzo fisso pur di permettersi un'evasione una volta ogni tanto. Siamo in balìa di un mercato impazzito e senza regole, di fronte al quale gli unici rimedi proposti sono impraticabili. Come facciamo a tagliare i consumi di corrente spegnendo frigoriferi e congelatori?». Sta di fatto che il vento gelido della crisi passa in fretta dalla cucina alla sala da pranzo. «Il caro energia - conclude Enio Agnolon, titolare dell'Antica Trattoria da Antenore a Torreglia - condiziona le scelte del cliente. Il prezzo a persona qui è rimasto bloccato sui 35/40 euro a testa. Ma la gente ordina di meno. Lascia stare il secondo per accontentarsi di un primo e contorno. Al tavolo vedo sempre meno famiglie e comitive».

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