Caro affitti, il Comune: "Concordiamo i canoni"

Domenica 11 Dicembre 2022 di Marco Miazzo
Dopo la pandemia sono aumentati gli affitti

PADOVA - Passo importante del Comune di Padova per risolvere l’emergenza abitativa che incombe sulla città. La proposta formulata dagli assessori Antonio Bressa e Francesca Benciolini va nella direzione di incentivare i canoni di locazione concordati, tramite riduzioni dell’aliquota Imu. Una presa di posizione forte che verrà discussa martedì in giunta, ma che intanto ha già trovato l’approvazione dei sindacati degli inquilini, nell’ambito degli accordi territoriali tra categorie dei proprietari degli immobili e sindacati degli inquilini. La proposta, che verrà passata al vaglio della giunta, della commissione e poi del consiglio, prevede due direzioni: incentivare i proprietari a passare dal mercato privato ai canoni di locazione concordata abbassando le aliquote Imu. I proprietari di casa che, scegliendo i contratti di locazione concordata, ridurranno l’affitto del 10% rispetto al massimale consentito dalla zona dove sorge l’immobile, beneficeranno di una riduzione di 0,06 punti percentuali di aliquota Imu, passando da 0,82 punti a 0,76; allo stesso tempo la proposta vorrebbe alzare l’Imu al 1.06, massimo consentito per legge, ai proprietari che decideranno di rimane sul mercato privato o di tenere l’immobile sfitto.

I dettagli

In concreto: se un proprietario su un affitto a canone concordato nella fascia che va da 600 a 1000 euro fa pagare meno di 900 euro, facendo uno sconto del 10%, pagherà un’aliquota inferiore di 0,06 punti percentuali, da 0,82 a 0,76. «Il Comune non può intervenire direttamente negli accordi tra le parti, ma può impegnarsi per portare il mercato nella giusta direzione. - afferma Francesca Benciolini, assessora con delega alle politiche abitative - L’emergenza abitativa richiede delle misure forti e con questa proposta dimostriamo una forte attenzione al sociale.

A trarne beneficio saranno tutti gli interessati: gli studenti e chi ha difficoltà a trovare casa o ha subito sfratti, ma anche i privati che avranno importanti benefici venendo incontro a chi ha bisogno. Dal punto di vista finanziario, - conclude l’assessora- abbiamo valutato come questa proposta non vada ad impattare negativamente sul gettito fiscale del Comune, siamo quindi fiduciosi che possa essere approvata».

I prezzi

L’emergenza abitativa in città è un tema di cui si discute da mesi, sono tantissimi i cittadini e gli studenti che, attanagliati dal carovita e dall’aumento delle bollette, spesso fanno difficoltà a pagare gli affitti esponendosi a morosità e rischio di sfratti. A questo si aggiunge un mercato privato incontrollabile: dalle ultime indagini di mercato nel settore immobiliare nazionale emerge che i prezzi medi per l’affitto di una singola a Padova si aggirano sui 450 euro al mese dietro solo a Roma (465 euro) e Milano (620 euro) e a pari merito con Firenze. Vale però il primo posto sul podio nazionale la variazione dei prezzi rispetto al 2021, con oscillazioni positive che superano il 40% (Milano e Firenze seguono con un + 20%). Se è difficile quantificare il numero di studenti fuorisede che hanno difficoltà nel sostenere gli affitti, si calcola che siano oltre mille le famiglie padovane in affitto che vivono in condizioni di povertà assoluta. Proprio per questo Unione Inquilini, Sportello Sociale di via Bajardi 1 e Sportello Sociale Catai hanno rivolto un appello ai consigli comunali di Padova e provincia, affinché vengano prese delle decisioni immediate. La proposta avanzata dagli assessori trova il plauso dei sindacati degli inquilini e degli studenti, che l’hanno valutata durante il secondo tavolo per il rinnovo dei contratti di locazione concordata. La misura però non viene ancora ritenuta sufficiente: «La proposta del Comune per calmierare gli affitti va bene, ma non è ancora abbastanza - afferma Fabiana Iannone del Sindacato degli Studenti -. L’amministrazione comunale ha gli strumenti per poter far di più, preferendo invece continuare a difendere gli interessi delle persone più ricche: una soluzione che maggiormente tutelerebbe gli interessi della classe medio-bassa è aumentare la tassazione Imu a chi fa pagare il massimale di affitto, in maniera progressiva, agevolando ancor di più chi fa pagare il tetto base».

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