Coniugi in carcere a Zanzibar: pienone in aula, ma l'udienza slitta

Mercoledì 22 Giugno 2022 di Serena De Salvador
Francesca Scalfari e Simon Wood

PADOVA - Era il giorno della grande attesa e della speranza. Quella di uscire di cella dopo due settimane di carcere, in condizioni indicibili. Quella di vedersi concessi almeno gli arresti domiciliari e con loro la possibilità di vedere l'avvocato e studiare insieme la linea difensiva. Invece per la 45enne Francesca Scalfari e il marito britannico Simon Wood ieri, 21 giugno, è arrivata una amara e inaspettata battuta d'arresto. La prima udienza del processo che a Zanzibar li vede accusati di vari reati finanziari fra cui il riciclaggio di denaro, programmata per ieri mattina, è stata rinviata a oggi.

L'udienza annullata

Il motivo del posticipo è legato alla morte improvvisa durante la notte di un fratello del giudice, che quindi non ha potuto presenziare.

Stamattina la coppia è nuovamente in tribunale. «All'udienza di ieri mattina erano presenti l'ambasciatore italiano in Tanzania, un delegato dell'ambasciata del Regno Unito e moltissime altre rappresentanze diplomatiche del Paese - spiega l'avvocato dei coniugi Wood, Manuela Castegnaro - Ma non solo: hanno voluto esserci anche tutti i dipendenti dello Sharazad Boutique Hotel (la struttura gestita dalla coppia e che è diventata la fonte dei loro guai dopo una lunga battaglia di cause con gli ex soci bassanesi, ndr), tanti tour operator che lavorano sull'isola di Zanzibar e moltissimi amici di Francesca e Simon, italiani e locali». Tante presenze che hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla coppia, che vive in Africa da quasi vent'anni. Oltre a loro c'erano anche Marco, il fratello di Francesca, e uno zio della donna, entrambi partiti dalla Bassa Padovana per seguire da vicino la situazione.

La storia di Francesca e Simon

Ieri in tribunale erano presenti anche Giovanni Viale e Isabella Ferro, la coppia di bassanesi anche loro da anni residenti in Tanzania che con Scalfari e Wood investì nello Sharazad, salvo poi ingaggiare una lunga battaglia a colpi di cause e denunce che ha portato all'odierna carcerazione. Francesca e Simon attendevano con trepidazione l'udienza di ieri e non poca è stata la delusione quando, usciti di cella per la prima volta in due settimane, hanno appreso del rinvio. Per loro c'è però stato anche un momento molto toccante. «Francesca con il telefono dell'ambasciatore ha potuto fare una telefonata in Italia, parlando direttamente con i suoi genitori e con il figlio di 11 anni» aggiunge l'avvocato. Il bambino il giorno dell'arresto dei genitori è riuscito a salire su un aereo e a raggiungere la casa dei nonni nel Padovano. Stamattina è stata fissata nuovamente l'udienza e le intenzioni della difesa restano le stesse: chiedere l'immediata scarcerazione specie a fronte delle gravi carenze igienico-sanitarie nel penitenziario zanzibarino e del deperimento dei due coniugi e far sì che alla coppia venga concessa la detenzione domiciliare, che permetterebbe loro di poter organizzare la difesa con il loro avvocato locale, che in carcere hanno potuto vedere solo due volte.

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