Se ne infischia del rimpatrio, torna in carcere: violenze, spaccio, risse, rapine e le spaccate seriali

Sabato 27 Giugno 2020 di Luca Ingegneri
Diop Alassane e ripreso dalla telecamera in una delle spaccate messe in atto
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PADOVA - Giusto un anno fa era stato allontanato dalla città e accompagnato al centro di permanenza di Brindisi per il rimpatrio. Il provvedimento firmato dal questore Paolo Fassari è evidentemente rimasto lettera morta perché il nome di Diop Alassane, 43enne senegalese, con un curriculum criminale di tutto rispetto, è tornato ad occupare le pagine dei verbali delle forze dell’ordine. Il 14 giugno scorso è stato bloccato mentre si apprestava a compiere un furto in un esercizio comunale cittadino.

Per effetto dei numerosi precedenti, è scattata inesorabilmente la misura del divieto di dimora nel territorio comunale padovano. Ma Diop Alassane si è bellamente infischiato del provvedimento dell’autorità giudiziaria, tanto da incappare in un servizio di controllo in corso del Popolo il 21 giugno scorso. La nuova segnalazione è pervenuta in Procura con la richiesta di inasprimento della misura. A quel punto era soltanto questione di tempo. Giovedì pomeriggio, attorno alle 18, il senegalese è stato rintracciato, sempre in città, dai carabinieri del Radiomobile che gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il pregiudicato è stato caricato sulla gazzella e accompagnato alla casa circondariale di strada Due Palazzi.
Diop Alassane è un habitué delle cronache: il suo curriculum criminale spazia dalla violenza sessuale nei confronti di una minorenne ai furti, dalle risse alle rapine, dallo spaccio di sostanze stupefacenti alle resistenze a pubblico ufficiale. Ma in città è noto per essere stato l’autore di almeno una delle numerose spaccate che hanno contraddistinto le estati 2018 e 2019. Nel settembre di due anni fa era stato pizzicato dalla polizia dopo la spaccata all’”Antico Forno” di via San Clemente. Aveva mandato in frantumi la vetrina con l’obiettivo di impossessarsi degli spiccioli nel registratore di cassa. Il colpo era stato immortalato dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza e gli agenti erano riusciti ad attribuirgli la responsabilità del furto.

Alassane si era fatto dieci mesi di galera ma il giorno dopo la scarcerazione si era visto notificare il decreto di accompagnamento al centro di permanenza di Brindisi per il ritorno in patria, vista la pericolosità sociale. Il senegalese è stato scortato in Puglia ma non è mai stato imbarcato su un volo diretto a Dakar. Gli è stato consentito di rimanere nel centro di accoglienza, in attesa della decisione della Commissione territoriale, chiamata ad esprimersi sulla sua richiesta di protezione internazionale. Nel frattempo Diop Alassane è riuscito però a scappare dal centro, a far perdere le proprie tracce e a fare rientro a Padova, dove non ha mancato di combinare altri guai.


(L'uomo ripreso dalla telecamera di sorveglianza durante la spaccata all'Antico Forno)

Ultimo aggiornamento: 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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