A Padova giovani a brindare in ristorante al passaggio di anno, gli anziani chiusi in casa

Domenica 2 Gennaio 2022 di Lucio Piva
A Padova giovani a brindare in ristorante al passaggio di anno, gli anziani chiusi in casa

PADOVA - Discoteche chiuse da una parte. Case troppo affollate da partenti e amici a rischio di contagio dall’altra. Meglio allora rifugiarsi nei ristoranti che nella notte di San Silvestro hanno comunque deciso di restare aperti e di resistere, anche per questioni di orgoglio, alla iattura delle disdette. Dopo un Natale da dimenticare, il cenone ha riportato un flebile sorriso ai ristoratori padovani e dei Colli.
Nulla di paragonabile, ovviamente, al tutto esaurito delle Feste in epoca pre Covid.

Ma la tanto temuta debacle, annunciata dalla pioggia di cancellazioni delle prenotazioni, è stata in parte mitigata.

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LA SITUAZIONE
«È stata una grande soddisfazione vedere la gente entrare nel locale – commenta Alessandro Pugliese, titolare dell’Osteria alla vigna di Riviera Paleocapa a Padova – ma mi ha in particolare colpito che la capienza, coperta al 70% dei posti disponibili, fosse assicurata da tanti giovani, molti dei quali nostri clienti abituali. È stato significativo, dopo la mezzanotte, vederli brindare assieme al nostro personale». La voglia di non cedere al pessimismo e di tenere alzate le serrande ha insomma premiato i ristoratori che hanno voluto lavorare a San Silvestro.


«Avremmo potuto benissimo pareggiare i costi con l’asporto – ha spiegato Matteo Toniolo, titolare del ristorante vegano Gingergì di via Bronzetti – ma abbiamo voluto dare noi stessi un apporto all’ottimismo e alla fiducia. I tavoli si sono riempiti al 50%, ma la cosa che più ha dato soddisfazione sono stati i commenti dei nostri ospiti nel dire che si sono sentiti molto più sicuri rispetto alle case di amici e parenti».
Addirittura meglio è andata nei ristoranti dei Colli. Dove il “miracolo” delle prenotazioni è arrivato all’ultimo, a poche ore dall’inizio dei cenoni. «Forse le discoteche chiuse hanno contribuito a far ripiegare la clientela giovane nei ristoranti – ha commentato Nicola Lionello, titolare del ristorante Da Taparo a Torreglia – facendo sfiorare nel nostro caso il tutto esaurito. La musica? C’è stata, ma solo di sottofondo. Peccato che alla mezzanotte i componenti dei vari tavoli non abbiano potuto scambiarsi gli auguri. Il protocollo anti Covid del resto è stato applicato alla lettera».

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LE PERDITE
Ai numeri di San Silvestro quanto meno confortanti, ha però fatto da contraltare un pranzo di Capodanno in tono molto dimesso. «Non è venuta a trovarci la clientela più anziana – ha sottolineato Enio Agnolon, titolare della Antica Trattoria Antenore a Torreglia – abituata da chissà quanto tempo all’abbinata tortellini in brodo e carni lessate del menù di Capodanno. Sei i giovani hanno discretamente popolato i nostri tavoli la notte prima, i più anziani li hanno decisamente disertati ieri, replicando la delusione patita a Natale».
In altri locali, la tradizione del cenone di San Silvestro al ristorante è stata mantenuta anche senza l’atteso brindisi allo scoccare della mezzanotte. «Ho chiuso il locale alle 23.40 – ha detto Fabio Legnaro, patron dell’Antica Trattoria Ballotta a Torreglia – ma la capienza era quasi al completo. Tutti si sono dileguati a farsi gli auguri nelle loro case o negli hotel, contenti di aver salvato la cena». Contenti allo stesso modo sono stati, oltre ai clienti e ai ristoratori, anche i lavoratori dei locali. «Solo a Torreglia – ha concluso Legnaro – le insegne che lavorano sono 36 con circa 400 addetti. Una specie di grossa azienda che per tradizione e orgoglio ha voluto continuare a lavorare la notte di Capodanno. Trovando sorprendentemente al loro posto gran parte dei propri clienti».

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Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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