PADOVA - C’è chi arriva completamente cieco per una cataratta mai curata. Chi zoppica, ha problemi di cuore, al fegato. Cani anziani, abbandonati perché con l’età arrivano i problemi, necessitano di cure. E dopo una vita passata in famiglia vengono lasciati soli.
«Non c’è la volontà di gestirli – spiega Giovanna Salmistraro, presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Padova che gestisce il rifugio di Rubano – Diventano anziani, hanno bisogno di cure e le persone si stancano.
«Ci sono animali che non hanno mai visto il veterinario, lo capiamo perché quando arrivano qui facciamo fare tutta una serie di esami, a spese nostre – continua Salmistraro – Quest’anno si sta rivelando più critico rispetto al precedente, forse perché con la pandemia si stava a casa mentre ora si ha meno tempo da dedicare agli animali. Capita anche che due persone si separino e non vogliano tenere il cane, ci è capitato di recente. Oppure si trasferiscono e vanno in un appartamento dove non possono tenere l’animale o ancora lo comprano online e quando arriva si accorgono che non è il cane che si aspettavano. Purtroppo ci sono tante realtà poco serie. Il nostro problema in questa situazione è che non ricevendo alcun tipo di contributo pubblico ci sosteniamo grazie ai benefattori».
LE DIFFICOLTÁ
E non avendo potuto fare eventi o banchetti a causa del Covid è stato difficile anche reperire fondi nell’ultimo periodo. Non sempre quando si lascia un cane viene dato un contributo per le spese. Ma al rifugio il lavoro continua e presto ci saranno novità per gli oltre cento gattini: una casa tutta per loro. «Siamo riusciti a sistemare i tetti dei box dei cani così sentiranno più fresco d’estate e ora tocca ai nostri micetti – dice Salmistraro – Faremo un vero e proprio gattile, due grandi stanze tutte per loro. Sarà pronto questo autunno, per ora abbiamo alcune stanze dislocate qua e là nell’area del rifugio. Abbiamo moltissimi cuccioli perché vengono abbandonate le gatte incinte».
L’ULSS 6
C’è un altro tipo di abbandono che preoccupa. Il canile gestito dall’Ulss 6 Euganea a Selvazzano Dentro raccoglie cani scappati di casa e mai cercati, cani lasciati da proprietari stranieri che partono senza di loro. «Quando hanno il microchip riusciamo a rintracciare il proprietario – spiega Aldo Costa, responsabile del servizio veterinario – In città l’80% dei cani ce l’ha, percentuale che scende in provincia. Ci è anche capitato di raccogliere cani con microchip e non riuscire a rintracciare i proprietari perché sono partiti e mai più tornati». All’anno il canile sanitario raccoglie in media 1.500 cani e 150 gatti, quasi sempre feriti. «Poco più di un mese fa abbiamo trovato sul ciglio della strada tre gattini appena nati, siamo riusciti a salvarne solo uno – racconta Costa – Pensiamo siano stati gettati da un’auto in corsa». Al rifugio di Rubano sono diversi i cani con problemi e per i quali i volontari chiedono una “adozione del cuore”. Uno dei casi più commoventi è quello di Huber, arrivato al rifugio con le zampine posteriori paralizzate. Dopo settimane di terapia ora riesce a muoverle e gli manca solo una cosa: una famiglia.