Cane ucciso e gettato nel fosso: microchip strappato dal collo

Lunedì 9 Novembre 2020 di Nicola Benvenuti
Cane ucciso e gettato nel fosso: microchip strappato dal collo (Foto di Jobert Aquino Aquino da Pixabay)

BAGNOLI (PADOVA) Cane ucciso e gettato in un fosso, con il microchip strappato dal collo per non renderlo riconoscibile. La macabra scoperta è stata fatta ieri mattina da una donna che passeggiava in viale Europa, nella zona industriale di Bagnoli. Le tenebre, unite alla mancanza di attività aperte nel fine settimana, ha sicuramente aiutato chi ha ucciso il povero animale ad agire indisturbato.
Molto probabilmente l'autore del brutale gesto potrebbe essere stato lo stesso proprietario dell'animale, che proprio per non essere rintracciato h anche strappato dal collo del povero cane il microchip, tagliando la parte con un coltello. 
Le foto del cane, di mezza taglia, un probabile incrocio con un segugio, sono state subito diffuse via social, con appelli alla popolazione, affinché siano fatte segnalazioni alla Polizia Locale o in Comune da parte di chi potrebbe essere a conoscenza di qualche utile dettaglio in grado di fare risalire all'autore della brutale uccisione. 
«Non ho potuto intervenire di persona come avrei fatto sicuramente perché purtroppo sono in riposo stretto e non posso muovermi» spiega il sindaco Roberto Milan che si trova a casa, a seguito di una indisposizione. Il primo cittadino di Bagnoli, che nella vita professionale è veterinario, precisa che «quello messo in atto contro il cane ucciso è un comportamento spregevole eseguito da delinquenti. Un comportamento cui stare molto attenti e da non sottovalutare perché è un fenomeno legato alla mancanza di amore e cure per i cani. Speriamo sia un episodio isolato e di poter risalire al colpevole».
Milan prova ad avanzare anche una ipotesi: «Sinceramente credo che chi ha compiuto una cosa del genere forse abbia agito per evitare di dover spendere soldi per cremare l'animale, forse morto di morte naturale. ùin ogni caso è un gesto di una disumanità angosciante: è questo preoccupa».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci