«Io, farmacista rapinata, non cedo: mi difenderò a suon di pugni»

Sabato 4 Maggio 2019 di Giancarlo Noviello
La farmacista Barbara Verza
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CAMPODARSEGO - Farmacie come bancomat. Prese d’assalto da rapinatori. E così dopo il caso Pordenone, ecco  Barbara Verza, 47 anni, farmacista di Bronzola di Campodarsego, vittima pochi mesi fa di una rapina a mano armata: due uomini hanno fatto irruzione nella sua farmacia e l’hanno minacciata di morte con una pistola puntata alla tempia. Adesso lei non è demoralizzata, neppure avvilita, vuole andare avanti per la sua strada: «La farmacia è l’attività commerciale che rappresenta il mio presente economico ma anche il futuro. Io vado avanti, non mi arrendo alle prime difficoltà, non rinuncio al mio progetto di difesa. Ai danni psicologici, alla paura di dover attraversare una strada, di tornare a casa da sola, occorre aggiungere l’amara consapevolezza che se non sei in grado di difenderti, non ti aiuta nessuno. Cosi ho deciso di iscrivermi prima ad un corso di autodifesa e poi di praticare la boxe».
 
«Sono stata sempre una super sportiva. Ho cercato di gettare anima e corpo in ogni disciplina sportiva – continua Barbara Verza -. Ho iniziato con l’equitazione, passando poi con lo yoga e il nuoto, e scoprendo con estrema soddisfazione di riuscire a spostare sempre più in alto l’asticella dei miei limiti. Sono una donna e ho vissuto per 30 anni a Padova, conosco bene quel senso di sottile inquietudine che ti prende quando la sera ti avvii verso la tua macchina al buio o quando passeggi in centro d’estate ma non ti senti sicura e tranquilla. Ho convissuto con queste impercettibili sensazioni fino al giorno in cui al lavoro abbiamo subito una rapina a mano armata e per una serie di coincidenze ho dovuto gestire entrambi i ladri con le pistole puntate addosso».
Quale è stata la sua reazione?
«Ho reagito male, mi sono molto arrabbiata, innervosita, loro urlavano con strafottenza ed io urlavo ancora più forte, non ero spaventata ma estremamente irritata. Mi hanno aggredita con le parole, cercando lo scontro fisico, senza poterci riuscire. Alla fine se ne sono andati con il loro incasso e a me è rimasto un pensiero fisso per mesi. Mi sono detta: forse dovrei imparare ad autogestire la rabbia che ho scoperto di possedere, e sfruttare la capacità di reazione senza avere paura».
Quindi cosa ha deciso di fare?
«Ho scoperto che il personal trainer della palestra che frequentavo, Andrea Gallo, aveva una vasta esperienza di corsi di difesa personale. Nel mese di ottobre siamo partiti con un corso personalizzato di un’ora, due volte a settimana. Nel giro di poco tempo, il mio istruttore grazie alla sua esperienza ha intuito in me potenzialità e capacità che non avrei mai immaginato di avere. Il lavoro si compone con la lezione di tecnica e poi numerose sessioni in sala pesi con una scheda studiata su misura per potenziare la muscolatura e la resistenza. Ora sono più forte, più veloce, più efficace e reattiva, ma soprattutto meno spaventata dai potenziali aggressori».
Come reagirebbe oggi ad una rapina a mano armata?
«La bravura del mio istruttore che non smetterò mai di ringraziare, sta nel fatto che mi ha messo di fronte alle paure più profonde incoraggiandomi ad affrontarle con coraggio. Questo non vuol dire che io sia in grado di affrontare un ladro o che abbia la certezza di uscirne vittoriosa da una aggressione, ma sono consapevole di una aspetto fondamentale: che non ho più paura».
Giancarlo Noviello

Ultimo aggiornamento: 15:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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