Elena, da cameriera a titolare del locale: «Era il mio sogno, se non lo faccio ora quando potrò farlo?»

Mercoledì 2 Giugno 2021 di Michelangelo Cecchetto
Elena, da cameriera a titolare del locale: «Era il mio sogno, se non lo faccio ora quando potrò farlo?»

CITTADELLA (PADOVA) - Da cameriera a titolare di un'attività che ha riaperto proprio nel giorno in cui il settore della ristorazione segna una tappa importante verso il ritorno alla normalità. Tutto condito da rinunce personali e sacrifici, che diventano secondari rispetto alla realizzazione del sogno della vita: poter gestire un locale tutto suo. Brillano gli occhi di Elena Caccaro: comincia una tappa importantissima della sua vita a 23 anni. Ieri ha acquisito la gestione dell'Enoteca I Bei, in centro storico a Cittadella, dopo sedici anni di attività curata da Andrea Battistella.

Scelta personale, non dettata dalla situazione creata dalla pandemia. Per qualche tempo lui ci sarà ancora nell'enoteca per il professionale passaggio delle consegne ad Elena, ma sarà lei via via a portare la personalissima impronta all'attività. Dopo alcuni mesi di chiusura nel pomeriggio ecco il riavvio.


CONTINUITÁ

«Apro nel segno della continuità con la gestione precedente che mi accompagnerà per alcune settimane - spiega la giovane imprenditrice che abita a Campo San Martino - Quindi attività di ristorazione pranzo e cena e bar con spazio interno ed esterno. Ho rinnovato tutto l'arredamento del plateatico che conta 50 posti mentre gli interni per ora rimangono tali e quali con la disponibilità di 40 posti. Oltre a me lavorano cinque persone: due ai tavoli e tre in cucina». Quando si chiede ad Elena cosa gliel'ha fatto fare e qual è il motivo della decisione di intraprendere un impegno di questa caratura, tra l'altro in una situazione economica certamente non stabile, lei risponde in modo tanto sintetico quanto determinato: «Era il mio sogno, se non lo faccio ora che sono giovane quando potrò farlo?». E così eccola cominciare ad accogliere i primi clienti di una vera e propria nuova era per il locale in piazza Scalco.



LO SPIRITO

«La nonna materna Nadia ha lavorato come barista e cameriera. Mi raccontava spesso quando ero piccola, delle sue esperienze di lavoro. Mi accompagnava poi spesso al bar del patronato in paese ed io mi divertivo a stare dietro al bancone fingendo di preparare le ordinazioni. Inconsapevole ancora ovviamente di quello che sarebbe stato negli anni successivi il mio futuro. Dopo il diploma di scuola media mi sono iscritta all'istituto professionale Pietro d'Abano ad Abano Terme diplomandomi come addetto ai servizi di sala e bar e vendita. Dopo ho lavorato in vari locali, ma fin da subito ho rincorso il sogno di averne uno tutto mio. Poi ecco la pandemia, con il settore sostanzialmente bloccato».

LA SCELTA

Elena è andata così a lavorare nell'azienda di famiglia che opera in un settore assolutamente differente ed assai distante da quello della ristorazione: lavora il plexiglass. Famiglia che la supporta certo, ma con patti assolutamente chiari, nero su bianco. Per chiunque, anche con esperienza, quella di Elena è una decisione tanto rilevante quanto delicata. «Certamente sarebbe stato più facile, molto più facile, lavorare otto ore in azienda per cinque giorni la settimana, ma mi sarebbe mancato qualche cosa per me importante. Amo la danza, da anni la pratico tre volte alla settimana e l'ho lasciata. Quando i miei amici faranno festa, io sarò al lavoro, i giorni di vacanza per me sono di lavoro. Ho scelto io gli studi, ho scelto questo lavoro, sono consapevole delle fatiche, ma faccio questo prima di tutto per me stessa, per il mio futuro. Nella vita arrivano i momenti delle scelte e dei cambiamenti. Per me questo è uno di quelli».

Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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