PADOVA - Niente Bonetto-bis al timone del Padova. Arriva la fumata nera dopo l’atteso incontro durato circa un’ora e mezza che è andato in scena ieri mattina in un hotel nei pressi degli Champs Elysees a Parigi: Joseph Oughourlian non ha ritenuto sufficiente la proposta presentata dall’ex presidente, quantificabile nel 61% delle quote del club. Il finanziere infatti vorrebbe cedere tutta la società, operazione non fattibile in questo momento per la cordata guidata da Bonetto, affiancato da un altro facoltoso imprenditore veneto, che una volta assunta la maggioranza avrebbe magari preso il restante trentacinque per cento nell’arco di uno o due anni. Sulla falsariga del percorso effettuato a parti inverse proprio da Oughourlian che, entrato inizialmente con il venti percento (dicembre 2017) del Padova al fianco di Bonetto, ne è poi diventato il proprietario.
A questo punto Oughouirlian continuerà a portare avanti la governance del club con il novantasei per cento del pacchetto azionario a meno che non trovi qualcuno intenzionato a prendere in un colpo solo tutta la società.
PROFILO BASSO
«È stato un incontro cordiale tra persone che si stimano - racconta Roberto Bonetto - durante il quale ho esposto a Oughourlian il percorso studiato per acquisire il pacchetto di maggioranza della società assieme a un socio forte che mi affiancherebbe nell’operazione.
MODELLO SOSTENIBILE
Non c’è dubbio che con l’attuale patron, il Padova è in mano solide. Nella sua ultima visita padovana di metà febbraio il finanziere franco-armeno ha ribadito di avere a cuore il club biancoscudato e di rimanere alla guida della società per l’impegno con la città. In quell’occasione ha anche sottolineato come «la porta è aperta se qualcuno viene a dare una mano», aggiungendo poi «che se qualcuno che ha un progetto più bello del nostro si fa avanti, ascolto tutti coloro che possono aiutare il club».
In questa circostanza Oughourlian ha pure confermato di avere già le idee chiare per le prospettive future della squadra ossia la necessità di ripartire da un progetto più sostenibile sul modello del Sudtirol e puntando sul settore giovanile, senza fare il passo più lungo della gamba. A precisa domanda sul possibile budget, la sua risposta è stata «quattro-cinque milioni di euro». Ventidue milioni è invece la cifra sborsata dal finanziere nei quattro anni della sua gestione, in grande parte spesi nel primo triennio per cercare di fare un blitz con l’obiettivo di arrivare in serie B: un errore, come ha ammesso lo stesso il patron. Da qui la decisione di cambiare strategia seguendo appunto il “modello Sudtirol”, tanto più che a fine stagione scadranno contratti pesanti come quelli dei fuori lista Monaco e Busellato, oltre a Curcio, Ceravolo, Gasbarro, Valentini, Kirwan, Jelenic.
Insomma, la società avrà mani libere per agire sul mercato e magari ricaverà un gruzzoletto anche da qualche cessione (Vasic il principale indiziato). Resta da capire se a condurre le operazioni sarà ancora il diesse Mirabelli che ha l’accordo per un altro anno, ma non è più visto di buon occhio da parte della tifoseria. Prima di tutto comunque è necessario attendere il verdetto di questo campionato e degli eventuali spareggi promozione.
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