Francesco, il baby calciatore figlio d'arte conteso da mezza serie A

Venerdì 5 Maggio 2023 di Andrea Miola
Francesco Gasparello

PADOVA - Il papà faceva la punta, lo zio il difensore centrale, entrambi sono cresciuti nel Padova, hanno vissuto l'esperienza del calcio professionistico e indossato la maglia biancoscudata giocando in prima squadra. Buon sangue non mente, verrebbe da dire, perché la nuova generazione sembra destinata a una carriera ancora più importante rispetto a chi l'ha preceduto in un campo da calcio. Tra l'attacco e il pacchetto arretrato Francesco Gasparello ha scelto la terza via, agendo da mezzala, a volte da trequartista e, pur solo quattordicenne, di lui si dice un gran bene, tanto che le più importanti società di serie A lo stanno corteggiando.

ALL'OMBRA DEL SANTO
Nato a Monselice, ma residente a Terrassa Padovana, nel frattempo sta facendo al meglio la sua parte all'ombra del Santo, impegnato con l'under 15, al settimo anno nel vivaio biancoscudato in cui è approdato quando ne aveva appena otto. Nel suo dna, del resto, il calcio è ben evidente, trasmesso sia dal papà, quel Guerrino Gasparello protagonista al fianco dei vari Rabito e Bovo, nella squadra promossa in serie B nel 2009, che da parte materna, dato che il fratello della mamma era Massimiliano Ossari, altro prodotto del vivaio del Padova che esordì a diciassette anni in serie A agli ordini di Sandreani e tragicamente scomparso nel 2002 mentre tornava nella sua Cartura dopo i festeggiamenti per la salvezza in C2 del Thiene, la sua ultima squadra.

STRADA LUNGA
«Francesco ha più talento di me - precisa Guerrino - ma la strada che ha davanti è ancora lunga e rimane sempre un ragazzo di quattordici anni per cui c'è bisogno di grande prudenza e io stesso cerco di fargli tenere sempre i piedi ben piantati per terra». Così sui suoi pregi: «É un giocatore abbastanza completo, calcia con i due piedi, ha buone progressione e tecnica. Deve migliorare nel gioco aereo, dove invece io me la cavavo bene, ma è solo una questione di convinzione. Fisicamente è già alto un metro e 81, ma c'è ancora da crescere». E il papà come gestisce un simile prospetto? «Evito di dargli consigli tecnici per non creargli troppa confusione dato che a questo ci pensano i suoi allenatori, preparatissimi, a partire dall'attuale Francesco Bergamelli. Il Padova in questo ambito ha grande competenza, tra tecnici, preparatori e dirigenti e la sua fortuna è proprio quella di essere cresciuto in questo settore giovanile in cui io stesso sono stato a suo tempo per otto anni».
E se a qualcuno tra gli addetti ai lavori arrivasse la dritta di segnarsi il suo nome in agenda, inutile attivarsi perché il tempo è ormai scaduto dato che Gasparello è già nel mirino dei migliori club della serie A, a partire da Juventus, Roma, Milan e Inter, anche se la futura destinazione più probabile sarà l'Atalanta. «Non c'è ancora niente di certo - precisa il papà - e deciderà lui dove fare la sua strada. Entrerà nel professionismo dalla porta principale, ma eviterei proclami perché deve farlo con il lavoro e l'umiltà, senza sentirsi arrivato, consapevole che nessuno gli regalerà nulla e che dal prossimo anno dovrà ripartire da zero».
Sul fronte dell'umiltà, però, Francesco è già sulla buona strada, come conferma Carlo Sabatini, responsabile del settore giovanile del Padova. «Non penso ci sia il rischio che si esalti troppo commenta - deve semplicemente restare sereno e anche a scuola (frequenta la terza media, ndr) prende sempre voti molto alti».

Ma prima di parlare di Francesco, Sabatini torna indietro di un bel po' di anni: «Per almeno due stagioni ho allenato il papà nelle giovanili, ma pure in prima squadra nel campionato che poi ci vide promossi in serie B. Segnò un gol decisivo, non solo per la vittoria, ma pure per il salto di categoria, nella gara di andata in casa del Ravenna e poi fu sfortunato perché si fratturò la mano proprio nel momento in cui avrebbe trovato maggiore spazio per l'infortunio a Varricchio di cui era l'alter ego. Anche di Massimiliano Ossari, a sua volta mio allievo, conservo tanti bei ricordi».

VIVAIO PROLIFICO
E ora la palla è passata al figlio e nipote: «Francesco è un ragazzo assolutamente promettente e ce lo chiedono tutti: ha visione di gioco, assist, calcia bene e ha una buona struttura fisica. Il gesto tecnico con cui fa la differenza è la sferzata, bella da vedere e sempre efficace. Ovviamente deve crescere ancora». Ma la nota lieta è che dal settore giovanile e in particolare dall'attività di base, stanno uscendo tanti ragazzi di valore, frutto dell'ottimo lavoro svolto dai tecnici e sul territorio. «Lui non è il solo, l'annata 2009 è molto competitiva, ha regalato grandi soddisfazioni ed è oggetto di varie richieste, ma il discorso vale per tutte le squadre e questo è un motivo d'orgoglio. Proprio quel gruppo due anni fa arrivò alla finale nazionale del torneo Fair Play Elite e ora è impegnata nella fase interregionale che darà accesso alla final four». Facendo seguito ai vari Fabbian e Vasic, solo per citare i nomi più eclatanti, Gasparello è l'ultimo prodotto pregiato per il centrocampo, settore in questo periodo particolarmente prolifico dopo che in passato il vivaio aveva sfornato una lunga lista di difensori (da Sartor ai vari Rossettini, Gastaldello, Andreolli e in tempi recenti Lovato) e attaccanti, con Moro a seguire la tradizione dei vari Del Piero, De Franceschi e Maniero. Ma in questo caso, proprio per la stessa esperienza vissuta nel Padova dal papà e dallo zio, il tutto assume un sapore ancor più speciale.
 

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 20:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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