Cade dalla scala, si trafigge con uno spuntone e si perfora un polmone: Arturo muore a 73 anni

Sabato 5 Febbraio 2022
Carabinieri
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MONSELICE - Nella serata di oggi, 5 febbraio,  i carabinieri sono intervenuti a Monselice, presso l’abitazione di  un 73enne del posto che viveva da solo, caduto accidentalmente da una scala mentre stava sistemando l'antenna della tv. A seguito della caduta uno spuntone della scala lo ha infilzato al torace, forandogli il polmone, lesione che ne ha causato il decesso. La vittima è Arturo Masino. La salma è stata affidata ai familiari. 

Nessuna imprudenza, nessun errore. Solo una scivolata fatale e una caduta su uno spuntone di metallo che non ha lasciato alcuno scampo. L’urlo di Arturo Masin, 73 anni, commerciante di poltrone massaggianti ora in pensione, ha squarciato il pomeriggio di via Monticelli: l’anziano intorno alle 17.30 stava installando la fotocellula sensore di una luce esterna, nel giardino della propria abitazione al 25 dell’omonima via della frazione di Monselice, che si inerpica per il colle.

Il vicino e la cognata l’hanno sentito e sono corsi fuori, trovando l’anziano mortalmente ferito al costato. Un pezzo appuntito di metallo, che spuntava dalla scala, gli ha squarciato il torace, perforandogli un polmone. «È morto tra le mie braccia» racconta ancora sotto choc il vicino Denis che assieme alla cognata di Masin, Rosanna, ha tentato disperatamente di salvare la vita all’anziano mentre era al telefono con gli operatori del Suem. Impossibile però fermare l’emorragia, il 73enne ha perso conoscenza e si è spento tra le braccia del vicino prima che l’ambulanza a sirene spiegate potesse arrivare sul luogo dell’incidente domestico. 

LE TESTIMONIANZE
La casa di Arturo Masin è una piccola bifamiliare lungo la stretta stradina di Monticelli. Lui abita solo da quando la moglie è morta tanti anni fa. A fianco della sua porzione di casa c’è quella del fratello e della cognata Rosanna, che con poche parole ha descritto quei terribili momenti, mentre lei, impotente, attendeva i sanitari. Sul posto è arrivato di corsa anche un medico che abita poco distante, ma non c’era niente da fare. La ferita era devastante: nessuno avrebbe potuto salvare la vita al 73enne.
«Sono corsa qui fuori quando il vicino ha cominciato a urlare “aiuto” – spiega la cognata Rosanna – Arturo era un uomo che faceva tanti piccoli lavoretti da solo. Era in gamba, non era “anziano”. Quando sono arrivata era privo di sensi, in un lago di sangue. L’ambulanza è arrivata presto, ma non c’era nulla da fare per lui. Una tragedia ancor più devastante se pensiamo che la sua adorata figlia Stefania non ha potuto raggiungerlo perché positiva e dunque in quarantena». 
La cognata spiega che si è trattata di una tragica fatalità, non di un errore o di un imprudenza dell’uomo. «Arturo stava sistemando la fotocellula che fa da sensore per accendere la luce esterna. Lì a nemmeno due metri d’altezza - spiega indicando il faro che illumina a giorno il piccolo cortile, dove è ancora sistemata la scala usata dal pensionato - Non era uno sprovveduto, sapeva quello che stava facendo. Quando sono uscita l’ho visto a terra, non ha fatto nemmeno in tempo a dire una parola, ha perso i sensi e se n’è andato».

I SOCCORSI
Ad accorrere per primo è stato Denis, un vicino di casa che, ironia della sorte, aveva appena concluso un corso di rianimazione. «Ho sentito l’urlo e mi sono fiondato. Quando sono arrivato ho capito che la cosa era gravissima. Aveva uno squarcio enorme sul torace e ho tentato di rianimarlo, ma era impossibile. Anche al telefono col 118 ho spiegato che era inutile sia il massaggio cardiaco che la respirazione, perché era troppo grave. Dicevo che dovevano fare presto, e loro effettivamente ci hanno messo poco, ma ritengo fosse impossibile salvargli la vita. Quando ho capito che non c’era nulla da fare, l’ho tenuto tra le mie braccia. Non ha mai ripreso conoscenza, non ha potuto dire assolutamente nulla. In pochi minuti è morto mentre lo sorreggevo». 
Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Monselice e il Radiomobile della Compagnia di Abano per eseguire i rilievi. Si è trattato chiaramente di un incidente provocato da una tragica e ineluttabile fatalità. La salma dell’anziano è stata affidata alla famiglia per i funerali. Uno strazio per la figlia Stefania che forse, vista la positività, non potrà nemmeno partecipare all’estremo saluto del papà.

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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