Buco da 7 milioni con i fondi regionali della formazione, Braghetto (e altri 2) a processo

Mercoledì 9 Giugno 2021 di Luca Ingegneri
Iles Braghetto, ex eurodeputato

PADOVA Malversazione ai danni della Regione, falsa autocertificazione, calunnia e accesso abusivo ad un sistema informatico. Queste le pesanti accuse di cui dovranno rispondere a vario titolo l'ex europarlamentare ed ex assessore regionale, nonché vicesindaco di Padova, Iles Braghetto, 68 anni, Marco Spiandorello, 54 anni, pure residente in città, e Giuseppe Turi, 65 anni, anch'egli padovano.

Il terzetto è stato rinviato a giudizio dal giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Venezia Andrea Battistuzzi per l'allegra gestione del Centro di formazione professionale I.P.E.A. di San Donà di Piave, e dell'Agenzia Formazione Lavoro, con sede a Padova.

Per una curiosa questione procedurale il processo verrà però celebrato a Padova. Qualsiasi indagine sui reati informatici come l'accesso abusivo risulta infatti di competenza della Procura con funzioni di sede distrettuale. Diverso il ragionamento per la fase del giudizio che si radica invece nel tribunale in cui sarebbe stato commesso il reato informatico. Braghetto, Spiandorello e Turi, che non hanno voluto chiedere riti alternativi, affronteranno il contraddittorio nel tentativo di dimostrare la loro estraneità alle gravi contestazioni. Il processo è stato fissato per il prossimo 10 novembre davanti al collegio.


AGENZIA LAVORO
Secondo l'accusa Braghetto e Spiandorello, nelle vesti di legale rappresentante e amministratore di fatto delle due agenzie, non avrebbero utilizzato in maniera corretta gli ingenti contributi erogati dalla Regione per lo svolgimento di corsi professionali dedicati ad estetiste e parrucchiere: 3,7 milioni di euro al Centro I.P.E.A. e 3 milioni all'Agenzia Formazione Lavoro tra il 2011 e il 2014. Le risorse non sarebbero state adoperate per la gestione della scuola ma per spese personali, del tutto estranee all'attività dell'ente. I soldi sarebbero stati dilapidati in forniture ad imprese o soggetti che non avrebbero svolto alcun servizio in ambito formativo. Braghetto e Spiandorello avrebbero poi certificato il falso mettendo nero su bianco la circostanza che l'ente non aveva commesso violazioni in materia di contributi previdenziali ed assistenziali in favore dei lavoratori e di obblighi relativi al pagamento delle imposte. Equitalia ha accertato invece debiti per insoluti in entrambi i centri professionali. I due imputati avrebbero infine presentato tre denunce in odore di falso per la sparizione di pc e documentazione contabile e amministrativa.
Spiandorello deve inoltre rispondere, assieme a Turi, di accesso abusivo al sistema informatico dell'Agenzia delle Entrate, protetto da misure di sicurezza.

 

Ultimo aggiornamento: 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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