Il "bosco urbano": in autunno altri 10.000 alberi nei quartieri. Scelte le tipologie

Sabato 1 Maggio 2021 di Nicoletta Cozza
Città più aggraziata dalla presenza del verde, è l'obiettivo del Comune

PADOVA - Sono di 54 specie diverse, alti ciascuno circa tre metri e mezzo, e in autunno verranno messi a dimora in 536 aree verdi già individuate, in virtù di un investimento programmato per il biennio 2021/2022 pari a 2 milioni e 800 mila euro. Il piano “10mila alberi per Padova”, infatti, già inserito nell’elenco annuale dei Lavori pubblici, si accinge a essere portato a compimento. Si tratta dell’ultimo step di un progetto più ampio che ha visto nell’ultimo quadriennio la piantumazione di altri 10 mila arbusti per arrivare al numero complessivo, preventivato dall’amministrazione, di 20mila unità. L’iniziativa, che si pone l’obiettivo di migliorare il patrimonio arboreo e la qualità dell’aria, è stata presentata dal sindaco Sergio Giordani e da Chiara Gallani, che ha la delega al Verde. Dopo uno studio che ha tenuto conto anche della destinazione, sono state scelte le varie tipologie, tra cui aceri, carpini, lecci, tigli e bagolari, alcuni dei quali andranno a sostituire esemplari abbattuti in seguito agli eventi atmosferici.


LE RIFLESSIONI
Il primo cittadino e l’assessore sono stati concordi nel definirlo un progetto che guarda avanti negli anni ed entrambi hanno evidenziato i benefici che porterà inserire in città una piccola “foresta”, suddivisa tra centro e periferie, per contrastare l’inquinamento e mitigare l’effetto “isola di calore” grazie al rilascio di vapore nell’atmosfera.
«Abbiamo mantenuto la promessa di mettere a dimora 20mila nuovi alberi in 5 anni - ha detto Giordani - e quindi sono molto soddisfatto che sia stato raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissi all’inizio del mandato. Si tratta di un investimento rilevante per il futuro, altrettanto importante del nuovo ospedale che sorgerà a San Lazzaro, e delle altre due linee di tram che realizzeremo. Sono tutti cardini per far sì che Padova diventi sempre più sostenibile. Non possiamo più permetterci di ignorare l’emergenza-smog, che porta conseguente pesantissime sulla salute e sull’economia. Io amo il verde e a casa mi piace prendermene cura. Gli alberi sono un potente antidoto al progressivo peggioramento del contesto in cui viviamo: piantiamoli, curiamoli, amiamoli». L’assessore, dopo aver sottolineato quanto importante si sia rivelata la presenza di spazi verdi durante la pandemia, ha aggiunto: «I 10.000 alberi che entro 12 mesi saranno messi a dimora rappresentano il migliore investimento possibile. Sono già abbastanza alti e destinati a diventare la principale infrastruttura verde del territorio urbano, in grado di contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e di migliorare salute e benessere delle persone. La loro messa a dimora sta a significare anche che vengono raggiunti gli obiettivi green che ci eravamo prefissi, che sono contenuti pure nel Piano di gestione delle alberature approvato all’inizio dell’anno scorso e che prevede, da qui a venti anni, di triplicare la superficie arborea cittadina, passando dall’1.8% al 5%; di aumentare la biodiversità e di garantire che almeno il 20% delle specie piantate siano adatte ai cambiamenti climatici.

Senza contare che così facendo centriamo anche un altro grande traguardo, cioè di rendere Padova molto più bella e sana».


I DATI

Nel corso della presentazione del progetto sono stati evidenziati, utilizzando i numeri elaborati dal Cnr di Firenze, gli effetti della messa a dimora di un quantitativo così elevato di piante. Un solo tiglio selvatico, per esempio immagazzina, prendendola dall’atmosfera, una quantità di anidride carbonica pari a 3.660 kg in 30 anni, se cresce in città, e addirittura di 5.070 kg in 50 anni se vive in un parco. Che diventano rispettivamente 3.400 kg e 6.601 se si tratta di un acero riccio, oppure 4.000 e 5.500 se si considera una quercia. Se queste cifre vengono moltiplicate per 10mila, facendo una media fra le capacità delle varie specie, quando gli alberi saranno cresciuti arriveranno ad assorbire a Padova ben 2,7 milioni di kg di anidride carbonica l’anno, oltre, sia pure in quantità minori, ad altri agenti altamente inquinanti tra cui ozono, biossido di azoto, biossido di zolfo e PM10.

 

Ultimo aggiornamento: 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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