Borsello con un "tesoro" sparisce al bar:
i gestori incastrati dalle loro telecamere

Mercoledì 19 Dicembre 2012 di Cesare Arcolini
Borsello sparito con 6500 euro e tre penne di valore (archivio)
PADOVA - Incastrati dalle telecamere a circuito chiuso della propria attivit. Il gestore di un'area di servizio e il nipote denunciati per appropriazione di cose smarrite in concorso. Rischiano fino a due anni di carcere.



Nei giorni scorsi un imprenditore sessantenne di Legnaro si è fermato al bar del distributore Q8 di strada dei Vivai 25 per fare colazione. Con sè aveva un borsello. All'interno - ha poi dichiarato ai carabinieri - vi erano 6.500 euro in contanti, due penne Montblanc e una Sheaffer. Pochi minuti dopo essersi allontanato dall'area di servizio l'imprenditore si è accorto di aver dimenticato il prezioso borsello al bar. È tornato subito indietro e ne ha chiesto notizia, ma il gestore gli ha detto di non averlo trovato.



Il sessantenne ha provato ad insistere riferendo che all'interno vi era una cospicua somma di denaro e che era certo di averlo lasciato lì. Niente da fare. A questo punto ha chiamato il "112". Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Legnaro guidati dal luogotenente Giovanni Soldano. I militari hanno proceduto ad una perquisizione del bar, ma non hanno trovato nulla. Essendo l'area di servizio coperta da impianto di videosorveglianza hanno chiesto di poter visionare le immagini a circuito chiuso.



Il titolare del bar ha tergiversato, costringendo i carabinieri al sequestro dei nastri delle telecamere per poter analizzare fotogramma per fotogramma quanto accaduto. E la verità è venuta a galla in tutta la sua limpidezza. Non appena l'imprenditore ha lasciato l'area di servizio in auto, nel filmato si vede il gestore che prende un giubbotto e lo appoggia sopra il borsello. Poi, in un secondo tempo, lo consegna al nipote che lo porta in un ufficio privato non coperto da videosorveglianza. In questa stanza entra in un secondo tempo anche lo zio. Dopo pochi minuti escono entrambi e non nascondono la loro gioia con tanto di pacche sulle spalle.



A questo punto il nipote esce dall'inquadratura e se ne va, probabilmente con il malloppo. Questi elementi sono bastati ai carabinieri di Legnaro per incastrare e denunciare il gestore G. D. di 39 anni e il nipote G. Z. di 31 anni, entrambi originari della provincia di Caserta, ma residenti a Camponogara in provincia di Venezia. Ieri il gestore, con uno spiccato accento partenopeo, ha riferito. «Noi siamo gente onesta, non faremmo mai una cosa del genere». Il marsupio contenente il contante e le tre penne non è stato ancora recuperato.


Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 21:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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