Abano. Bonus di mille euro, è scontro. «Misura discriminatoria» per i sindacati, «Solidarietà» per la Casa di cura

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Alessandro Mantovani
I sindacalisti di fronte alla casa di cura di Abano

ABANO - È scontro tra i sindacati della Casa di cura e la proprietà della struttura sanitaria. L'ultima materia del contendere è il contributo fino a mille euro che i dipendenti con un reddito inferiore a 30mila euro possono richiedere a fronte delle maggiori spese sostenute per il caro energia. «Dire che la Casa di cura erogherà un bonus di mille euro ai lavoratori - affermano Alessandra Stivali (Fp Cgil), Alessandro Piovan (Cisl Fp) e Michele Magrini (Uil Fpl) - serve solo a confondere i dipendenti in merito alle spettanze non ancora erogate e legate agli accordi tra le parti». Il riferimento è a un welfare aziendale che la Casa di cura non riconosce. Una partita da circa 600mila euro complessivi che, secondo i sindacati, l'azienda dovrebbe erogare ai dipendenti anche sotto forma, ad esempio, di buoni spesa e buoni carburante. Per i rappresentanti sindacali tutti i dipendenti sono fondamentali per mantenere elevata la qualità dell'assistenza erogata: «È invece vergognoso pensare che ci siano lavoratori di serie A e di serie B. Siamo stanchi di queste discriminazioni ingiustificate.

La misura propagandata dei mille euro nulla ha a che fare con il welfare. Sono sgravi fiscali governativi temporanei, legati alla fiscalità generale e al reddito».

I sindacati ritengono che il premio di risultato spetti a tutti i dipendenti mentre la direzione ritiene che debbano essere erogati, secondo il nuovo Contratto di lavoro nazionale della sanità privata convenzionata, solo a figure professionali specifiche impegnate in ruoli più duri e usuranti. «Riteniamo che presidenza e direzione - concludono i sindacalisti - abbiano un ruolo e una responsabilità importanti. Torniamo a chiedere con urgenza il tavolo sindacale in quanto la condotta attuale della proprietà è contraria alle buone relazioni sindacali». Ma chissà se l'incontro potrà avvenire, visto il tono di una nota diffusa dalla Casa di cura. «L'azienda non comprende la censura mossa dalle organizzazioni sindacali in quanto totalmente errata e senza fondamento, giuridico e contrattuale. A fronte di una condotta solidaristica, peraltro posta in essere con criteri imparziali e certamente non ad personam. Quanto poi alle asserite spettanze ad oggi non ancora erogate ai lavoratori, l'azienda specifica che non è stato siglato con i sindacati alcun accordo in ordine a forme di welfare per gli anni 2020 e 2021 e che, comunque, in base alla legislazione vigente e al Contratto nazionale, non ha alcun obbligo in tal senso». 

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