Padova. Bonus nell'edilizia, 80 milioni di crediti bloccati. L'appello delle imprese: «Li acquistino i Comuni e la Regione»

Montagnin (Cna): «Sarebbe soprattutto un segnale positivo per le imprese che in questo momento si sentono abbandonate»

Giovedì 16 Febbraio 2023 di Serena De Salvador
Padova, 80 milioni di crediti bloccati

PADOVA - Comuni, Province e Regione si mobilitino per acquistare i crediti edilizi, sbloccando i cassetti fiscali delle imprese del comparto e permettendo loro di aprire nuove pratiche, ossia nuovi cantieri. A lanciare l'appello è la sezione padovana e rodigina della Confederazione nazionale dell'artigianato (Cna) a fronte della gravosa situazione che da ormai molti mesi si è innescata in territorio euganeo a causa dei tanti bonus edilizi aperti nel corso della pandemia.

La situazione

Oggi nel Padovano, secondo le stime analizzate da Cna su dati forniti dalle associazioni di categoria, il 70% delle imprese edili ha il cassetto fiscale pieno da almeno 5 o 6 mesi, con crediti complessivi che ammontano a più di 80 milioni di euro. Tutto è nato, come detto, a fronte dell'attivazione da parte del governo di molteplici bonus per ristrutturare le abitazioni, primo tra tutti il Superbonus. Queste misure, che nella teoria nascevano per rilanciare il comparto casa, hanno però portato alla luce anche un risvolto della medaglia. Il gran numero di adesioni ha portato sì all'avvio di migliaia di pratiche, ma complice anche l'impennata dei costi delle materie prime la cessione dei crediti d'imposta si è inceppata.

Come funziona

Tra i vari modi in cui si possono ottenere le detrazioni, oltre a quella in cinque anni e allo sconto in fattura c'è la cessione dei crediti d'imposta. Il committente, cui spetta il credito, può cederlo a due tipologie di soggetti: a privati, banche o intermediari finanziari, oppure all'impresa edile che ha eseguito i lavori, che a sua volta poi lo cede a un istituto di credito. Il gran numero di richieste registrato tra 2021 e 2022 ha però fatto sì che le banche abbiano esaurito il plafond disponibile all'acquisizione dei crediti d'imposta, bloccando di fatto i crediti stessi nei cassetti fiscali delle imprese edili.

La conseguenza di maggiore portata è che le ditte non possono accettare di aprire altri cantieri, mentre quelli attivi vanno incontro a un blocco. Il tutto di fatto senza liquidità. Una situazione che in terra padovana è cristallizzata fin da prima delle scadenze che erano state imposte a settembre e a dicembre al Superbonus (all'epoca ancora al 110%), tanto da mandare in rischio blocco un migliaio di cantieri aperti.

Le richieste

Per arginare questo meccanismo Cna chiede l'intervento diretto degli enti locali. «Dopo il caso della Provincia di Treviso, anche altri enti locali italiani hanno annunciato di voler acquisire crediti per liberare i cassetti fiscali di banche ed enti finanziari, così da permettere alle imprese del comparto casa di poter avviare nuove pratiche - spiega la Confederazione nazionale dell'artigianato di Padova e Rovigo -. Nella provincia euganea risultano esserci 80 milioni di crediti incagliati. È sempre più difficile per le imprese edili individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l'edilizia e questo scenario continua a peggiorare».
«Oggi, di fronte a migliaia di aziende con cassetti fiscali pieni di crediti ma zero liquidità, e di fronte ai cantieri che vengono bloccati per questo motivo, non è più il tempo di tergiversare: servono risposte concrete e immediate - dichiara il presidente Luca Montagnin -. Facciamo appello a tutti gli enti locali del Veneto: unite le vostre forze e impegnatevi ad acquistare almeno parte dei crediti accumulati dalle aziende. Si potrebbe innescare un meccanismo virtuoso in grado di sbloccare decine di milioni di euro consentendo agli enti di ridurre i propri debiti e alle banche di liberare i cassetti fiscali. Ma sarebbe soprattutto un segnale positivo per le imprese che in questo momento si sentono abbandonate». 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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