ABANO - Una mazzata da dieci milioni di euro nell'arco di soli sessanta giorni.
IL SALASSO
«Stiamo per parlando di una cifra più che raddoppiata, se confrontata con gli ultimi anni, e che incide per il 17% sui ricavi lordi totali dei due mesi - sottolinea Emanuele Boaretto, presidente dell'ente di categoria - Nel bimestre preso in considerazione, in cui il caldo torrido imponeva l'uso dei condizionatori in tutte le stanze, oltre ai consueti elettrodomestici e al normale utilizzo della corrente da parte della numerosa clientela della bella stagione, non si è potuto limitare l'uso dell'energia elettrica. Nulla di più o di meno rispetto agli anni scorsi, però. Eppure le bollette sono più del doppio, proporzione che ovviamente non ci siamo ancora sentiti di applicare sui nostri listini che sono rimasti uguali o simili al periodo pre-Covid». Un quadro a cui Boaretto riserva parole allarmate. «A queste condizioni, con queste modalità e su queste cifre, non è possibile continuare a fare impresa. Non si riesce a ricavare quei margini che tanto ci sarebbero utile nei periodi in cui il mercato torna a sorriderci. Chiediamo un intervento delle istituzioni per rimanere a galla, in un momento in cui non riusciamo a pagare le utenze e stiamo bloccando gli addebiti automatici. È una situazione senza senso, nella quale ci sentiamo assolutamente soli e a cui da soli non riusciamo a trovare una soluzione». Una completa riconversione in chiave ecologica non appare oltretutto dietro l'angolo. «Molte aziende cercano di transitare verso l'autoproduzione green spiega infatti Boaretto -, ma servirà del tempo, la disponibilità delle maestranze, gli adeguamenti necessari e anche in questo caso i costi sono alti. Abbiamo calcolato che per ogni cliente la sola bolletta energetica ammonta a 16 euro al giorno. Fino allo scorso anno ci aggiravamo intorno agli 8 euro o poco meno». Questo scenario, a suo dire, porterà ben presto a una conclusione inevitabile. «Saremo costretti a trasferire i costi sui consumatori finali per non rischiare di fallire».
GLI EFFETTI
Un rincaro dei listini, però, potrebbe causare una fuga della clientela. «Con prezzi più alti siamo sicuri di poter essere ugualmente attrattivi per i nostri ospiti? si domanda infatti Boaretto -. I turisti continueranno a venire da noi e ci consentiranno di mantenere gli stessi numeri, le stesse presenze e, di riflesso, gli stessi collaboratori? Soprattutto se a queste cifre vanno ad aggiungersi anche quelle del gas, dell'acqua e dei rifiuti. Riteniamo, poi, immorale che anche le entrate fiscali per il governo siano aumentate assieme al costo dell'energia. Questa situazione che fa seguito a una politica nazionale energetica fallimentare, non può ricadere ancora una volta sulle spalle di aziende e cittadini. Aspettiamo a breve delle risposte conclude il presidente della Federalberghi termale ma già avvertiamo che molte imprese non riusciranno a pagare le bollette di questi due mesi estivi».
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