Blitz dei pirati informatici, attacco alle industrie venete: 1.400 subito in Cig

Venerdì 25 Settembre 2020 di Gabriele Pipia
Il gruppo Carraro, la sede di Campodarsego

PADOVA Il sistema informatico che inizia all’improvviso a bloccarsi, le mail che non partono più, i dipendenti costretti a spegnere il computer aziendale per poi starsene a casa. È successo ancora. Dopo la bellunese Luxottica, un altro colosso industriale veneto finisce vittima degli hacker informatici. È il Gruppo Carraro di Campodarsego, provincia di Padova, leader internazionale nel comparto delle macchine agricole che conta oltre tremila dipendenti in tutto il mondo e un fatturato che sfiora i 550 milioni. Martedì mattina i pc hanno iniziato a presentare un’anomalia dietro l’altra, i tecnici si sono messi subito ad indagare e la scoperta ha confermato un fenomeno sempre più diffuso: è stato un attacco informatico. Un’intrusione virtuale che ha costretto l’azienda a invitare centinaia di impiegati a lavorare da remoto (per quel che è possibile) facendo intanto partire la richiesta di cassa integrazione per i 1.400 dipendenti italiani delle sedi di Campodarsego, Rovigo, Pordenone e Poggiofiorito in provincia di Chieti. «La cassa integrazione è una precauzione - spiegano dal quartier generale nell’Alta Padovana - Non tutti ovviamente ne usufruiranno. Essendo stata richiesta poche ore fa, in questo momento è difficile fare un conteggio e un distinguo tra chi sta riuscendo a lavorare in remoto e chi invece si trova a casa in regime di cassa». Intanto è stata informata la Polizia Postale.
IL FENOMENO
In Veneto negli ultimi sette giorni è la terza volta che un hackeraggio diventa un caso di cronaca perché la vittima è decisamente illustre. La scorsa settimana era stato colpito il governatore Luca Zaia: fuori uso Whatsapp e Instagram. Nel weekend, invece, è toccato ad un impero dell’occhialeria come Luxottica: due stabilimenti bloccati, ad Agordo e Sedico, con ottomila dipendenti costretti a restare a casa. Lunedì c’è stato lo stop generale e martedì le attività sono ripartite. Negli ultimi giorni erano stati vittime di pirati informatici anche il sito internet del Ministero dell’Istruzione, i profili social della ministra Azzolina e pure l’università di Roma Tor Vergata. Ora un altro caso. L’ennesimo. LA NOTA Uno sgarbo mirato o un puro sfizio di qualche hacker? La domanda è ancora senza risposta. Di ufficiale, per adesso, c’è solo la nota dell’azienda. «Nelle scorse ore il Gruppo Carraro ha subito un attacco informatico che ha colpito parte dell’infrastruttura IT. La tempestiva attivazione dei sistemi di difesa ha consentito di ridurre la gravità degli impatti garantendo nel contempo l’integrità dei dati aziendali. A scopo precauzionale alcune attività degli uffici, che richiedevano la connessione ai server interni, sono state temporaneamente interrotte, mentre per altre sono state attivate procedure alternative di connessione. Per i collaboratori italiani che in queste ore non potessero garantire la propria prestazione lavorativa l’azienda ha provveduto precauzionalmente all’attivazione della cassa integrazione. Inoltre sono state attivate le coperture assicurative dedicate». Le attività torneranno a regime tra oggi e domani, potrebbe però servire anche una bonifica della rete dei server sotto attacco. «Aspettiamo riscontri dall’azienda sulla situazione e sui tempi di rientro - sospira Oriella Tomasello della segreteria Fim Cisl di Padova Rovigo -. Siamo preoccupati perché questo attacco accentua ulteriormente il rallentamento della produzione già provocato dal Covid». GLI INVESTIGATORI
Sul sito internet della Polizia Postale il tema degli attacchi informatici trova molto spazio. «I server dispongono di sistemi finalizzati alla registrazione di numerose attività svolte sugli stessi.

Una delle prime operazioni svolte dall’hacker - si legge - è quella di alterare o eliminare i cosiddetti file di log in maniera tale da cancellare le tracce dell’intrusione e delle attività svolte sul server stesso. Nel caso in cui questa operazione non fosse effettuata alla perfezione, sarebbero riscontrabili elementi tali da permetterne una facile identificazione». Gli agenti sono al lavoro proprio per questo. Intanto le aziende venete si cautelano con sistemi di sicurezza sempre più all’avanguardia. 

Ultimo aggiornamento: 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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