Bimbo rapito, mamma Alexandra: dalle lacrime alla gioia immensa

Venerdì 8 Ottobre 2021 di Silvia Moranduzzo
Alexandra Moraru

PADOVA - Gli occhi stanchi, il volto pallido. Ma le pupille luccicano di speranza quando Alexandra Moraru, la mamma del bimbo di 5 anni sottratto dal padre con altri quattro complici, ieri mattina riceve la chiamata dei carabinieri. «Mi hanno chiamato, dobbiamo andare. Non so cosa debbano dirmi, lo scoprirò al comando», dice preparandosi in tutta fretta. Le devono riferire che hanno trovato a Limena il furgone con cui è stato preso suo figlio. Alexandra e il cugino Gheorghe si precipitano in via Rismondo e poi a Limena, in via Martin Piva. Si fermano di fronte al civico 8 dove c'è l'officina Veba. La prima svolta alle indagini, poi la felicità nella serata quando arriva la bella notizia da Roma. «Il furgone era parcheggiato qui ci hanno detto - indica Gheorghe -. Non sono mai stato qui, non conosco proprio il posto. Chissà dove sono. Potrebbero aver cambiato macchina, potrebbero essere andati via a piedi, chi lo sa. La speranza è che qualcuno abbia visto dove sono andati dopo aver lasciato qui il furgone». Il timore della famiglia è che il bimbo sia stato portato in Romania, Paese natale del papà del piccolo che sembra abbia architettato l'agguato di martedì mattina. Ed effettivamente è andata così. L'altro giorno la nonna paterna del bambino aveva assicurato che sarebbe tornato presto dalla madre se lei avesse ritirato la denuncia. Per Alexandra è stato un balsamo per l'animo sapere che l'ex suocera non avrebbe spalleggiato il figlio in questa situazione. «Però ora non risponde più alle chiamate. Perché?» si chiede preoccupata Alexandra. Dorme poco in questi giorni d'angoscia. Per aiutarla un'amica le ha dato delle gocce di tranquillante ma l'ansia è troppa. Così come la paura. Tanto che la donna è stata visitata in ospedale mercoledì. «Non sapere è la cosa peggiore - dice Gheorghe - almeno sapessimo che sta bene, che mangia, che è tranquillo. Almeno questo. E invece niente, potrebbe essere già chissà dove». La casa dove il piccolo abitava con la mamma e il cugino è silenziosa, le tapparelle alle finestre sono abbassate quasi completamente. «Speriamo torni a casa presto, mi auguro che il padre capisca di aver fatto uno sbaglio e riporti qui il bimbo scuote la testa una donna che abita nello stesso condominio siamo tutti molto colpiti. Ma la speranza è l'ultima a morire». E infatti in serata il bimbo viene liberato.

Ultimo aggiornamento: 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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