«Cadavere nascosto, adesso voglio sapere come è morta mia mamma»

Venerdì 17 Maggio 2019 di Marina Lucchin
Italo Battistella, la sorella Nerina e Nicola Bernardinello
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STANGHELLA - «I carabinieri mi han detto che mamma è morta di morte naturale. La certezza la darà l’autopsia. Non credo che mio fratello potesse arrivare a tanto. Ma se la ga sofegà...». Poi si porta le mani sul volto a coprire gli occhi, come per proteggersi dall’orrore che gli provoca questo terribile pensiero.

Confessione choc: «Ho tenuto mamma e zio morti in legnaia per avere le loro pensioni»

Nicola Gastone Bernardinello, il fratello minore di Federico, che ha nascosto i cadaveri della madre e dello zio in legnaia per continuare a riscuotere la loro pensione, non ha nemmeno il coraggio di concludere quella frase che gli esce di bocca, in dialetto, così, di getto, quasi senza volerlo. Perché al dolore per la morte della madre, all’orrore che prova per com’è stato trattato il suo corpo, ora si aggiunge anche un terribile misto di incredulità e rabbia.
 
LA SCOPERTA
«Come ha potuto pensare di fare una cosa del genere? Come? Ma come si fa? E spero bene che le cose siano andate davvero così. Ieri sera (mercoledì, ndr) quando sono arrivato davanti alla mia casa d’infanzia, quando mi hanno detto che lui era dentro, i carabinieri mi hanno fermato: d’impulso avrei voluto aprire quella porta e trovarmelo davanti per guardarlo negli occhi e capire. Non credo sia capace di fare una cosa del genere, ma non voglio avere alcun dubbio. Voglio sapere com’è morta mamma». 
Gastone Bernardinello, che tutti chiamano Nicola, 47 anni, vive a Stanghella, con la moglie e la sua figliola. Mercoledì sera ha saputo solo per caso cos’era successo alla madre, Nerina Battistella, nata nel 1931, e all’anziano zio disabile, Italo Battistella, del 1929. «Ero al bar - racconta davanti alla porta di casa, concentrandosi per cercare di ricostruire le ultime 24 ore - quando sui siti dei giornali ho letto sta notizia. “I cadaveri di mamma e zio nascosti in legnaia a Sant’Urbano”. Mi è venuto un sospetto così terribile che mi ha fatto girare la testa. E con questo peso sono tornato a casa a telefonare in caserma a Carmignano. Dopo 10 minuti mi richiamano i carabinieri di Este e mi dicono di andare su immediatamente. Avevo ragione. Erano davvero mia madre e mio zio».
LA FAMIGLIA
Bernardinello non vedeva madre e zio da molto tempo per via di dissidi proprio con il fratello: «Saranno stati 4 o 5 anni che ormai non andavo più là e che non sentivo più mia mamma». Gastone si ferma, prende una grande boccata d’aria facendo un profondo respiro ricacciando indietro le lacrime, battendosi la mano sul petto all’altezza del cuore: «Io ce l’ho sempre qui mia mamma, proprio qui, ma ho dovuto scegliere perché la situazione me l’ha imposto. E ho scelto mia moglie e mia figlia. Mio fratello la intimoriva e allontanava anche me, mi accusava di averlo abbandonato. Volevo far vivere la mia famiglia in modo sereno, così ho deciso di tagliare i ponti con loro». 
Secondo il fratello minore, Federico Bernardinello non gli aveva mai perdonato il fatto di essersi sposato: «Sono nato in quella casa lì, dove hanno trovato mamma e zio Italo, due mesi dopo la morte di mio padre, per cui Federico ha sofferto tanto. Abbiamo abitato noi tre finché non abbiamo deciso di sistemare una camera per le esigenze da disabile di mio zio e ospitarlo da noi. Ormai son più di vent’anni. Federico era tanto legato a mamma, spcie da quando lei si è ammalata di esaurimento nervoso. Ha avuto momenti difficili anche lui, tanto che è stato in cura al centro di igiene mentale. Ne era uscito bene, ma poi non ha più lavorato». 
«Io, nel frattempo - continua - mi ero trovato la morosa e quando mi sono sposato siamo andati a stare per conto nostro. Lui non me l’ha mai perdonato, mi diceva che l’avevo abbandonato con due “arteriosclerotici”, mi ha anche chiuso fuori di casa quando andavo a trovarli. Cosa che facevo molto spesso. A un certo punto ho detto basta. Mia figlia voleva bene alla sua nonna, ma non le faceva piacere quella situazione. È stato questo che mi ha fatto prendere la decisione di andare per la mia strada, con la mia nuova famiglia. Io e mio fratello non ci siamo più visti, non avevamo nemmeno il numero di cellulare, ma un amico di famiglia poteva far da tramite se c’era bisogno, se mamma stava male. Lui non mi ha mai cercato».
Più nessuna notizia. Fino a ieri sera, quando ha visto la foto della sua casa natale esplorata dagli uomini della scientifica: «Ho visto la bara d’acciaio con dentro il corpo di mamma. Come si fa? Come si fa? Se sei stanco di vivere così ti uccidi, non fai una cosa del genere. Non nascondi il corpo di mamma e dello zio per prendere la pensione. Cosa pensava di fare? Che sarebbe durato in eterno? Ha sempre vissuto con le loro pensioni, due minime. Se è vero che son morti di morte naturale, evidentemente non sapeva come uscirne. Ma se la gà sofegà...» ripete ancora portandosi la mano alla bocca, prima di risalire le scale di casa, cercando di dissipare alla sua testa l’immagine di quella bara d’acciaio con dentro quel che restava di mamma Nerina. 
Marina Lucchin 

Ultimo aggiornamento: 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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